domenica 3 ottobre 2010

Credete nelle coincidenze? Io no!

Da anni, nella varie versioni del PRG che si sono susseguite, c'è una strada che inizialmente doveva divenire una sorta di via Roma Bis e convogliare il traffico dalla località Fossa, percorrere il territorio di Spinea a Sud della via Miranese e parallelamente ad essa per arrivare almeno fino a via Oriago, con la possibilità di proseguire poi ulteriormente verso Marghera .

Al tempo era sicuramente un strada funzionale alle esigenze di una città dove una porzione significativa della popolazione era impiegata in un modo od in un altro nell'area industriale di Porto Marghera. Ora non più.
Quella strada non è stata mai realizzata, per mancanza di fondi o per mancanza di volontà; ora però non può più essere realizzata perché le aree di campagna su cui si doveva realizzare il suo percorso sono ora aree edificate, ma un breve tratto è ancora realizzabile e potrebbe collegare via Martiri con via Capitaneo e proseguire per arrivare fino a via Bennati; il primo tratto di questa strada, quello che va da via Martiri a via Capitaneo è quello che impropriamente è stato recentemente chiamato “Tangenziale Sud“.

L'opera è stata inserita tra le opere “complementari” al Passante di Mestre, intervento 8bis, anche se è evidente che non ha nulla a che vedere con il passante. Già dalla numerazione si evince una strana anomalia, inizialmente tale intervento non era previsto, solo all'ultimo minuto viene inserito nella lista delle opere complementari e viene provvidenzialmente inserito tra l'intervento 8 adeguamento S.P. 36 da Fossa a Rossignago e l'intervento 9 collegamento Rossignago – Asseggiano (o più comunemente Tangenziale Nord).

Ci è stato detto che questa strada sarebbe servita a decongestionare il traffico su via Roma, ma anche l'ultimo degli stupidi si può facilmente rendere conto che una strada che parte da via Martiri ed arriva in via Capitaneo non è certamente in grado di alleviare in alcun modo i problemi di traffico di via Roma.


E' invece evidente come questa strada sia estremamente funzionale al Piano Norma 16, l'ennesima lottizzazione destinata a cementificare l'area verde inserita tra la via Cici e Via Capitaneo, un intervento di “ricucitura e completamento del tessuto urbano”, pensato in un'area mal collegata alle viabilità principali (via Cici e via Capitaneo sono strade che, per dimensioni e caratteristiche di alcuni loro tratti, dovrebbero essere a senso unico).

E' evidentemente una fortuita coincidenza che in sede di individuazione delle opere complementari al passante si sia riusciti ad inserire e far finanziare, con soldi pubblici, questa strada così funzionale ad una lottizzazione privata.

Nel momento in cui sono arrivate le prime istanza di esproprio, un particolare importante non è sfuggito ai cittadini interessati, che in seguito, riuniti nel Comitato Viabilità hanno osteggiato l'opera.

Nelle previsioni del PRG la strada si sarebbe dovuta raccordare alle vie Martiri e Capitaneo con due rotonde che nella documentazione tecnica erano previste di circa una ventina di metri di diametro, adatte cioè a gestire un normale traffico medio-leggero di tipo residenziale ed urbano, adatte anche alla circolazione di autobus (il raggio di curvatura per i bus articolati è di 11-12 mt.).

Il nuovo progetto invece prevede enormi rotatorie, 44 mt. il diametro quella su via Martiri ed addirittura un ovale di 42x88 mt. su via Capitaneo (praticamente come un campo da calcio regolamentare); sicurezza stradale? Non credo, le caratteristiche della strada indicano da subito una previsione della stessa per afflussi di traffico pesante! Strano.

Il 17/06/2009, poco dopo le elezioni amministrative di Spinea, viene presentato sul sito di Europa Concorsi un progetto per la piscina olimpionica di Spinea da realizzarsi proprio a fianco dello stadio S. Alliende, a firma dell'arch. Versuro Giampaolo. Naturalmente nel progetto è visibile la strada in questione. Certo Spinea attende da tempo e meritatamente di poter avere una propria piscina, ma dobbiamo stare attenti a ciò che ci viene proposto in cambio, forse non ne vale veramente la pena.

Recentemente si è appreso che esiste un project financing per la realizzazione della piscina ed il luogo individuato è proprio quello previsto nel progetto dell'arch. Versuro, accanto allo stadio.

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Ancora una volta questa strada appare sempre più funzionale ad interessi dei privati; ma teniamo bene a mente la questione delle rotonde perché, nonostante la presenza della piscina queste continuano ad essere di dimensioni esagerate ed al momento inspiegabili se non fosse che …accanto la progetto della piscina, i promotori interessati ad investire nella piscina chiedono in cambio di poter realizzare una CENTRALE ENERGETICA A BIOMASSA VEGETALE.

Una centrale a biomassa costituisce teoricamente una fonte di energia rinnovabile (le coltivazioni con cui si dovrebbe alimentare lo sono) con un bilanciamento ambientale vicino a zero (perché le emissioni di Co2 derivanti dalla combustione dei vegetali restituisce in atmosfera la stessa quantità di Co2 che questi vegetali hanno assorbito in vita). Questo però può essere vero se la centrale in questione è posta nelle immediate vicinanze dei luoghi di produzione della biomassa vegetale.

Siamo dunque arrivati al punto della questione. Spinea con un territorio di circa 15 Kmq di cui circa la metà fortemente urbanizzato non sarà mai in grado di produrre biomassa sufficiente ad alimentare un impianto di dimensioni tali da giustificare l'investimento proposto. La biomassa necessaria ad alimentare la centrale non potrà che arrivare da fuori il territorio comunale e per far arrivare camion su camion di materiale combustibile non mancano certo le strade (il passante ed i relativo casello sono vicini). TRAFFICO PESANTE! Ecco quindi come si giustifica la necessità di grandi rotatorie sulla strada di collegamento 8bis.

Coincidenza, io non credo nelle coincidenze!

Ha ragione il capogruppo della Lega Roberto Lazzarin, "siamo tutti favorevoli alla piscina, ma un impianto a biomassa delle dimensioni necessarie per giustificare un accordo con soggetti privati, necessita di materia prima da bruciare nelle quantità tali da far presagire un continuo movimento sul territorio comunale di un numero sconsiderato di camion. E quanto ad anidride carbonica, mi pare che Spinea paghi già la presenza del Passante, dalla camionabile e anche del forno crematorio"

Lazzarini, che sta seguendo a livello comprensoriale la questione bio masse a partire da quella di via Rivale a Caselle, spiega anche cosa accadrebbe nel caso non si fermasse subito l’impianto. "E’ vero che gli esperti del settore dicono che la Co2 emessa è equivalente a quella che la stessa materia bruciata sottrae all'ambiente ma il problema qui è che il prodotto bruciato a Spinea sottrarrebbe Co2 altrove per emetterla nel nostro territorio".

sabato 4 settembre 2010

Certe cose non dovrebbero mai accadere, eppure:


Arsenico e ammoniaca oltre i limiti A Fornase la pattumiera dei veleni

 SPINEA. Arsenico, ammoniaca, ferro e manganese. C’è di tutto e in quantità abnormi nelle profondità dei terreni attorno alla discarica di via Prati. Arsenico 11 volte sopra i limiti, ferro 20 volte, manganese 8 e ammoniaca addirittura 30. A divulgare i dati è il Comune, dopo che il sindaco Silvano Checchin ha emesso un’ordinanza che vieta l’uso per consumo umano e a scopi zootecnici dell’acqua dei pozzi fino a 50 metri. I rilevamenti riguardano i piezometri posizionati vicino alla discarica gestita dalla società Integra, ex Ecoveneta e sono riferiti alle acque di falda. Valori che parlano chiaro e rilanciano l’allarme sulle conseguenze ambientali e per la salute di chi risiede in zona. In pratica sono state superate quasi tutte le soglie di contaminazione. «Il divieto è stato proposto in via cautelativa dall’Asl 13 dopo che l’Arpav ha segnalato il superamento dei valori minimi consentiti per quanto riguarda la presenza di arsenico, manganese, ferro e ammoniaca» commenta Checchin, che ora invita la Regione a bloccare le autorizzazioni di ampliamento della discarica. «La contaminazione segnalata per le acque di prima falda, almeno per quanto riguarda Spinea, non va affatto sottovalutata» continua il sindaco. Resta dunque alto l’allarme attorno alla discarica di via Prati. La cava, chiusa da tempo, è sotto esame da parte della Regione per un eventuale progetto di riapertura, contro il quale sia Spinea, che Mira, ma anche la Provincia, si sono espressi in modo contrario. «Questi dati - prosegue Checchin - confermano un livello di inquinamento delle acque sotterranee già elevato e che sta colpendo in maniera pesante le falde dei due territori. L’avvelenamento anzi rischia di interessare ancor più pesantemente le zone a valle del sito. Sarebbe assurdo oggi insistere col conferimento di nuovi materiali che aggraverebbero ulteriormente la situazione». Intanto, per valutare il reale interessamento delle acque sotterranee per il futuro, l’Als 13 ha chiesto all’Arpav un controllo costante delle acque in corrispondenza di due pozzi, situati uno a monte e l’altro a valle della discarica. Ovviamente, a queste condizioni, il divieto di utilizzo dell’acqua permane fino a nuove disposizioni.   -Filippo De Gaspari

Ulteriori approfondimenti sul tema della discarica:

Si tratta dell'ennesimo sfregio su Spinea, in barba al buonsenso ed al buon gusto.

Al seguito di una richiesta d'informazione inoltrata al Comune di Spinea in merito alle caratteristiche della nuova piazza di S. Bertilla, ho chiesto chiarimenti anche sul perché si permettesse la realizzazione di parcheggio distruggendo parte del giardino di fronte la villa Ponci (scuola d'infanzia S. Giuseppe). Il comune ha risposto che: 

Il progetto della nuova piazza di S. Bertilla non prevede la distruzione di parte del giardino della scuola materna parrocchiale per realizzare un parcheggio, in quanto l'area citata è esterna al perimetro dell'intervento urbanistico. Questo progetto fa parte invece di un intervento di rifacimento del sagrato della chiesa, quindi di proprietà privata, che sarà eseguito dall'amministrazione comunale in base a precedenti accordi con la Parrocchia, a completamento della costruzione della nuova piazza.
Il progetto è in fase avanzata ma non è ancora finanziato.


Ritengo terrificante che l'amministrazione esegua (a proprie spese?!? quindi a spese della cittadinanza!) su proprietà privata (della parrocchia) in base ad accordi (quali?) un intervento devastante per realizzare un parcheggio davanti al prospetto principale di una villa veneta del XVIII secolo, distruggendone parte del giardino e facendo si che la visuale sulla villa sia perennemente deturpata dalle auto posteggiate davanti la sua facciata in stile classico.






Invece di fare l'ennesimo parcheggio (in zona di certo non mancano: dietro la chiesa ed all'albergo, e molti posti auto sono stati realizzati nella lottizzazione del PN18), si dovrebbe invece riqualificare l'area verde e dare maggiore dignità ad un edificio che pur non di estrema importanza, costituisce comunque una delle poche memorie storiche della nostra città ancora sufficientemente intatta.

Per esempio, l’Istituto Regionale per le Ville Venete intende attribuire misure di sostegno, a fondo perduto, ai sensi dell'art. 113 del D.Lgs 42/2004, finalizzate a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale costituito dalle Ville Venete e assicurarne le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica. In tal senso c'è un bando di concorso:


Bando 2010 Finanziamenti per interventi di riqualificazione di contesti di Villa. Misure di sostegno a fondo perduto



Sembra invece che, quello dei Ponci sia un nome ed un destino (pensate alla fine fatta dal parco di villa Ponci a Mestre) per non parlare di quanto è successo al parco di villa del Maino (ora piazza Fermi). Questo ennesimo scempio DEVE ESSERE IMPEDITO!





Invito pertanto tutte le persone di buona volontà che condividono l'idea che non sia possibile perpetrare un ulteriore simile scempio di far sentire sin d'ora la propria voce inviando un messaggio all'indirizzo del sindaco 

Spett. signor Sindaco
al parcheggio davanti Villa Ponci (scuola d'infanzia S. Giuseppe) dico: NO, grazie!

lunedì 23 agosto 2010

Finita la lunga pausa estiva, si torna al lavoro!

Mentre c'è chi discute di nuove elezioni e pensa solamente a salvaguardare i propri interessi (e mi riferisco tanto alla dx che alla sx, perchè sappiamo benissimo che una mano lava l'altra) noi dobbiamo occuparci di tempi più concreti.

Sicuramente non possiamo pensare a come risolvere la crisi finanziaria ed i problemi economici delle famiglie italiane, di quelle migliaia e migliaia di persone che in questo periodo sono, loro malgrado, disoccupati o cassaintegrati, di loro poco si parla, anzi meno se ne parla e meglio è.

Restiamo sui nostri temi locali, quelli su cui abbiamo, in qualche modo, la capacità di discutere e speriamo d'intervenire. Facciamo un punto della situazione ...

LA STRADA FOLLE (Parte Seconda)

Per il momento tutto tace (e questo è un bene ma è anche meglio non abbassare la guardia). La prima parte della strada folle doveva vedere l'inizio dell a sua opera tra giugno e luglio, ma stante l'intervento del Comitato Viabilità non vi è ancora traccia dell'inizio dell'opera (quindi senza prima parte non ci sarà neanche la seconda), ma non credo che la cosa finirà qui, almeno finchè non sarà definito una piano di viabilità alternativo e più sostenibile per il ns. territorio.

LA NON PIAZZA DI S. BERTILLA e l’abbattimento degli alberi della Ex scuola Pascoli

Anche qui è tutto fermo, la posa della prima pietra della piazza è annunciata per il 4 di settembre 2010, oltre un anno e mezzo dopo l'abbattimento della vecchia scuola Pascoli fatto in pompa magna a ridosso delle elezioni amministrative del comune di Spinea (guarda caso)


Speriamo vi sia il modo di migliorare il progetto, pensando alla pedonabilizzazione dell'area, ma anche alla salvaguardia degli alberi, alla interconnessione della pista ciclabile di via Gioberti e da viale S.Remo con quella di via Roma e magari si rieca ad impedire che vengano costruite le tre palazzine previste praticamente a ridosso della villa Tozzi.

LA DISCARICA DI VIA PRATI - un problema, una soluzione.

Nonostante il parere positivo della VIA Regionale tutto ancora giace fermo sul tavolo del consiglio Regionale e a fronte degli ultimi avvenimenti si spera in una soluzione del problema che non comporti la riapertura della discarica, soprattutto visti i dati realivi all'inquinamento della falda idrica che ha comportato l'ordinanza comunale di divieto dell'utilizzo dell'acqua . In questo senso è positivo l'accoglimento del progetto di parco fotovoltaico da parte dell'amministrazione. La battaglia continua ...

I VELENI DI SPINEA

Restando sul solco della ferita aperta dall'argomento precedente continuiamo a domandarci:

- a quando la bonifica dell'ex discarica di via Luneo?

- i livelli di inquinamento del forno crematorio del cimitero di Spinea sono un pericolo per la salute ? Ricordiamo che mancano valori soglia di riferimento in materia, ciò significa che non c'è una normativa che assicuri che l'impianto sia sicuro, ma nemmeno il contrario.

- Con l'aumento del traffico sul passante c'è chi giustamente si lamenta della mancaza della mitigazioni ambientali; il rumore è il principale imputato, anch'esso è una forma di inquinamento, contro cui si può combattere con le mitigazioni ambientali e barriere, ma con l'avvicinarsi della stagione invernale che con le sue condizioni favorisce l'accumulo delle polveri sottili PM10 il problema più insidioso sarà l'inquinamento atmosferico. Soprattutto su questo fronte mancano risposte.

Molto ancora si potrebbe dire, per esempio in tema di utilizzo di energie rinnovabili negli edifici pubblici, viabilità e mobilità sostenibile, gestione del territorio ecc... Troveremo il modo di parlarne su questo blog e su:

MeetUp de iGrilli per Spinea a 5 Stelle

Comitato Difesa Ambiente & Territorio di Spinea

Comitato Viabilità Spinea

lunedì 17 maggio 2010

I VELENI DI SPINEA

Sabato avremmo dovuto partecipare all'evento organizzato a Marghera dall' Assemblea permanente contro il rischio chimico:

"NON INCENERITE IL NOSTRO FUTURO".
Leggi l'appello dei pediatri di famiglia di Mestre e Venezia contro l'inceneritore SG31

Purtroppo sono mancate le risorse fisiche ed anche il meteo non era molto favorevole, quindi, purtroppo, abbiamo perso questa occasione.

Pubblico qui di seguito il materiale che avevamo preparato per il ns. gazebo il cui tema era appunto "I VELENI DI SPINEA": LA DISCARICA TOSSICA DELLE EX-CAVE IN VIA LUNEO SPINEA

Tra il 1980 ed il 1986 l’area è utilizzata dalla cooperativa SAN GIUSTO come discarica, l’autorizzazione rilasciata faceva riferimento al solo conferimento di inerti ma dalle indagini eseguite sono stati rilevati alti livelli d’inquinamento da idrocarburi, diossine e vari metalli pesanti.


Il caso esplode nell’estate del 2004 con un’interrogazione urgente presentata dall’allora consigliere comunale di Mirano Luigi Corò, a seguito di una denuncia partita con la segnalazione di un abitante della zona, 37 anni, colpito da tumore, che ha visto morire dello stesso male gli altri tre amici con i quali da ragazzo andava a giocare in quella cava.

Leggi tutta l'indagine epidemiologica area discarica di via Luneo a Spinea del Dott. Flavio Valentini Dipartimento di Prevenzione AULSS 13 Veneto.

… Decine di camion arrivarono anche dall’area industriale di Mantova per gettare fanghi nella discarica delle cave di Luneo. E’ tutto nero su bianco, nei documenti conservati negli archivi dell’Asl 13 … A testimoniare l’arrivo dei fanghi industriali c’è un documento della Provincia di Mantova, datato 14 maggio 1986, in cui sono registrate le tonnellate e tonnellate di fanghi arrivati nel corso dell’anno dall’Icip, l’Industria chimica italiana del petrolio… Pur essendo vero che a partire dal 1984 il Pei (Piattaforma ecologica industriali) ha goduto dell’autorizzazione regionale temporanea per il trattamento di rifiuti speciali, secondo il consigliere comunale, Luigi Corò, che ha recuperato i documenti nell’archivio dell’Asl 13, «quella cava non poteva accogliere rifiuti speciali perché priva del fondo di argilla che avrebbe garantito l’isolamento dalla falda, come dimostra uno studio realizzato dalla ditta Tecnogeo per conto della cooperativa a inizio anni ottanta».
La Nuova di Venezia — 05 maggio 2005 pagina 29 sezione: PROVINCIA

Con Deliberazione della Giunta Regionale N. 1133 del 18 marzo 2005 è assegnata al Comune di Spinea la somma di Euro 500.000,00 quale finanziamento destinato alla realizzazione degli interventi di bonifica sull'area denominata ex discarica di Via Luneo.

Avviati a Spinea (Venezia) i lavori di bonifica dell'ex cava di Via Luneo

Hanno preso avvio, nel Comune di Spinea, i lavori di bonifica dell’ex cava di via Luneo. L’intervento è articolato in due fasi successive, la prima delle quali prevede l’esecuzione di specifiche indagini di tipo geofisico per l’individuazione di sostanze inquinanti, mentre la seconda prevede la bonifica e la messa in sicurezza dell’area. Per questi interventi, che rientrano nel progetto di monitoraggio del territorio regionale per l’individuazione di siti inquinati, la Regione ha stanziato un finanziamento complessivo di € 544.700, di cui 44.700 euro a favore del magistrato alle Acque per le indagini geofisiche e 500 mila euro al Comune di Spinea per le bonifiche e la messa in sicurezza dell’area dell’ex cava.

“Con questo intervento - sottolinea l’Assessore regionale all’Ambiente, Giancarlo Conta, relatore del provvedimento - contiamo di fare chiarezza sulle possibili connessioni tra la discarica e il verificarsi dei casi di neoplasie segnalate ripetutamente dalla stampa. Mi auguro che tali risposte giungano al più presto, per passare poi alla fase di bonifica del sito”.
Mondo Agricolo Veneto (1 febbraio 2006 - anno VIII - n. 3).

Ed i risultati arrivano: le indagini epidemiologiche non sono riuscite a dimostrare un nesso tra le morti per tumore avvenute negli anni nell’area circostante la discarica (ma nemmeno hanno potuto escludere a priori il contrario).

… «Non è stato possibile risalire a un particolare inquinante che possa essere correlato in modo certo a una delle patologie» … si chiude così la relazione condotta dal Dipartimento di prevenzione dell’Asl 13 guidato da Flavio Valentini
la Nuova di Venezia — 29 dicembre 2006 pagina 31 sezione: PROVINCIA.

Risulta eseguito il piano di caratterizzazione del sito inquinato:

Dal Curriculm Vitae dell’ing. Mauro Gallo (n°3834 Ordine degli Ingegneri della Provincia di Venezia) pubblicato nel suo sito web risulta un Piano di Caratterizzazione del sito denominato "Discarica di via Luneo" situato nel comune di Spinea, per il quale sarebbe è stata eseguita la redazione dei disciplinari tecnici per le diverse attività di indagine ambientale, dei relativi capitolati d'appalto e dei computi metrici estimativi (importo attività € 210'000,00).



Purtroppo però a tutt’oggi ci troviamo di fronte ad un problema ancora irrisolto. L’inquinamento dell’area resta e le bonifiche vere e proprie non sono ancora iniziate, anzi, non sono nemmeno ancora finanziate:

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

VENEZIA 05 febbraio 2010 - Il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Pietrangelo Pettenò ha presentato un'interrogazione alla Giunta per conoscere "se e quali misure siano state disposte per la bonifica delle ex cave di via Luneo tra i comuni di Mirano e Spinea (VE) e se esistano delle omissioni da parte degli enti locali preposti alla salvaguardia dell'ambiente e alla tutela della salute pubblica dei cittadini". Ogni dubbio è lecito - precisa il consigliere - visto che la Giunta regionale ha bocciato un nostro emendamento che intendeva destinare 2.000.000 di euro alla provincia di Venezia per la bonifica del sito". "In queste ex cave - spiega Pettenò - sono stati scaricati negli anni ottanta fanghi di depuratori industriali e rifiuti solidi urbani provenienti da Porto Marghera e delle analisi hanno confermato che nel terreno sono presenti diossina, benzene, zinco e arsenico in grandi quantità, tanto che la magistratura ne aveva disposto il sequestro giudiziario".

UNA DISCARICA DA RIAPRIRE AD OGNI COSTO?


L’ex discarica autorizzata cat. 2/B sita in loc. Prati di Spinea risulta chiusa da circa 10 anni, ma presenta un problema crescente di produzione di percolato. Allo stato attuale la società Ecoveneta S.p.A. che ha in gestione l’impianto è investita dell’onere di prelevare e smaltire la produzione di percolato (gestione post – mortem), frutto evidente di una non ottimale copertura del sito.


La società Ecoveneta S.p.A. per dare una soluzione definitiva al problema che comporta per altro un ingente spesa economica, in data 10 luglio 2008, ha provveduto al deposito presso l’Unità Operativa Tutela dell’Ambiente di copia del progetto e del relativo Studio di Impatto Ambientale per la realizzazione della messa in sicurezza definitiva e contestuale adeguamento del sistema di ricopertura finale con rifiuti inerti della ex discarica.

Il progetto in parola consiste nella copertura e riprofilatura della discarica esistente con rifiuti inerti quali, a titolo d’esempio, fanghi di dragaggio, terre e rocce da scavo, fanghi provenienti da attività di bonifica dei terreni, compost fuori specifica per una capacità complessiva di circa 115.000 mc ed un aumento della quota finale fino a 3,5-4 m rispetto alle quote attuali il cui colmo è di 8 m.
Il progetto presente alcuni problemi:

1°- l’area è soggetta a vincolo ambientale per la presenza del canale Menegon.

2°- Ecoveneta non dice nulla rispetto all’eventuale copertura finanziaria del contributo spettante ai comuni.

3°- sul piano urbanistico va rilevato che l’abitato, la strada e la ferrovia sono molto vicini;

Ci sono inoltre questioni tecniche; aggiungere altri 115 mila metri cubi di rifiuto inerte sulla discarica di rifiuti speciali già esistente potrebbero compromettere la stabilità del fondo e della riva del Menegon (cit. vicesindaco Busatta) a ciò si aggiunge il fatto che gli inerti posti al di sopra dei rifiuti speciali, senza alcuna opportuna divisione, determinerebbero a tutti gli effetti un’ulteriore discarica di rifiuti speciali, il che richiederebbe un nuovo iter.

Inoltre è bene ricordare che questa discarica nata nel 1991 è sorta nel comune di Spinea e solo i cittadini di quest’ultimo sono stati a suo tempo interessati dalle consultazioni. Ma la discarica è esattamente al confine con il comune di Mira ed anzi le abitazioni più vicine sono quelle del comune della Riviera che quindi risulta coinvolta a pieno titolo nelle scelte che si verranno a determinare.


ULTIMA ORA: causa le piogge di questi giorni …
...ai confini con il comune di Spinea dove è avvenuto un crollo. «L’argine del canale Menegon - spiega il consigliere provinciale Guerrino Palmarini - è franato in tre punti. L’argine è a ridosso della discarica di via Prati che si vuole autorizzare.
La Nuova Venezia - 14 maggio 2010 — pagina 29 — sezione: PROVINCIA

UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA E’ POSSIBILE?

Vedi Post: DISCARICA VIA PRATI. UN PROBLEMA, UNA SOLUZIONE

Avrebbero dovuto seguire:

PASSANTE DI MESTRE ... INQUINAMENTO A SPINEA

vedi link articolo NV

FORNO CREMATORIO ... CARI ESTINTI, NOI VI RESPIRIAMO

vedi link articolo NV

Su quest'ultimo punto è bene far presente che l'amministrazione in seguito alla segnalazione dell'ARPAV ha richiesto di confrontarsi sui dati (vedi art. NV), l'esito di questo confronto non è stato certo incoraggiante (vedi art. NV); di fatto non esistendo una normativa di riferimento non si può affermare che il forno sia di per se pericoloso, MA NEMMENO SI PUO' SOSTENERE IL CONTRARIO!

martedì 11 maggio 2010

La discarica di via Prati - un problema, una soluzione.

IL PROBLEMA
L’ex discarica autorizzata cat. 2/B sita in loc. Prati di Spinea risulta chiusa da circa 10 anni, ma presenta un problema crescente di produzione di percolato. Allo stato attuale la società Ecoveneta S.p.A. che ha in gestione l’impianto è investita dell’onere di prelevare e smaltire la produzione di percolato (gestione post – mortem), frutto evidente di una non ottimale copertura del sito.


La società Ecoveneta S.p.A. per dare una soluzione definitiva al problema che comporta per altro un ingente spesa economica, in data 10 luglio 2008, ha provveduto al deposito presso l’Unità Operativa Tutela dell’Ambiente di copia del progetto e del relativo Studio di Impatto Ambientale per la realizzazione della messa in sicurezza definitiva e contestuale adeguamento del sistema di ricopertura finale con rifiuti inerti della ex discarica.

Il progetto in parola consiste nella copertura e riprofilatura della discarica esistente con rifiuti inerti quali, a titolo d’esempio, fanghi di dragaggio, terre e rocce da scavo, fanghi provenienti da attività di bonifica dei terreni, compost fuori specifica per una capacità complessiva di circa 150.000 mc ed un aumento della quota finale fino a 3,5-4 m rispetto alle quote attuali il cui colmo è di 8 m.
Il progetto presente alcuni problemi:
1°- l’area è soggetta a vincolo ambientale per la presenza del canale Menegon.

2°- Ecoveneta non dice nulla rispetto all’eventuale copertura finanziaria del contributo spettante ai comuni.

3°- sul piano urbanistico va rilevato che l’abitato, la strada e la ferrovia sono molto vicini;

4°- Gli inerti posti al di sopra dei rifiuti speciali, senza alcuna opportuna divisione, determinerebbero a tutti gli effetti un’ulteriore discarica di rifiuti speciali, il che richiederebbe un nuovo iter.

Inoltre è bene ricordare che questa discarica nata nel 1991 è sorta nel comune di Spinea e solo i cittadini di quest’ultimo sono stati a suo tempo interessati dalle consultazioni. Ma la discarica è esattamente al confine con il comune di Mira ed anzi le abitazioni più vicine sono quelle del comune della Riviera che quindi risulta coinvolta a pieno titolo nelle scelte che si verranno a determinare.

LA PROPOSTA

L’associazione iGrilli per Spinea a 5 Stelle, assieme agli altri comitati ed associazioni cittadine ha promosso una raccolta firme tra i cittadini contro il progetto di riapertura della discarica (circa 1.800 firme raccolte), progetto che, nel frattempo, ha ricevuto il parere negativo dei comuni di Spinea e Mira, nonché il parere negativo della provincia di Venezia.

L’associazione iGrilli per Spinea a 5 Stelle, concorde con l’amministrazione sul fatto che comunque si debba risolvere il problema crescente della produzione di percolato e, ritenendo impraticabile la soluzione progettata da Ecoveneta, propone di convertire il sito della discarica, non utilizzabile per altri fini, in un PARCO FOTOVOLTAICO in grado di produrre circa 1 Mw/annuo di energia elettrica (sufficiente per intenderci a produrre sufficiente energia per aliminentare la frazione di Fornase). Le opportunità offerte dal Conto Energia, infatti permetterebbero di realizzare un impianto a Costo Zero, del tipo a terra che consentirebbe:
1. La copertura dei costi necessari alla messa in sicurezza della discarica con le opere di sistemazione del suolo atte ad ospitare l’impianto e quindi la risoluzione del problema in essere;

2. La realizzazione di un’opera di rilevante impatto per la salvaguardia dell’ambiente che consentirà notevoli risparmi in tema di emissioni in aria di CO² da produzione energetica;

3. Un discreto ritorno economico e d’immagine dall’operazione per l’ente attuatore;
Anche la Divisione Energia di Veritas ha in cantiere numerosi altri progetti legati ai pannelli fotovoltaici, tra i quali uno che prevede di generare una potenza di 1.000 kWp presso la discarica di Noale (attualmente, sono in fase di trattativa).

Da Il Gazzettino di Venezia e Mestre, Giovedì 25 Marzo 2010, pagina 14:

«Si sta cercando di sfruttare la superficie di queste discariche, inutilizzabile per altri scopi, per l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica – spiega Dalla Vecchia – L’investimento iniziale è molto consistente, ma consentono, attraverso la vendita dell’energia alla rete nazionale e sfruttando gli incentivi governativi, di ammortizzare l’investimento in un tempo di circa 10 anni, coprendo contemporaneamente le spese di gestione post operativa della discarica, e di ricavare un utile per almeno i 10 anni successivi, oltre a garantire una riduzione nelle emissioni di CO2 e contribuire al fabbisogno energetico nazionale». Sul tavolo, ad oggi, c’è uno studio di fattibilità per la discarica di Noale dove è previsto un investimento di circa 5 milioni di euro e si sta ragionando anche su quella di Ca’ Perale nel comune di Mirano. «Altre discariche di rifiuti urbani potenzialmente interessate potrebbero essere quelle di Portogruaro e Chioggia – conclude Dalla Vecchia – insieme a quella di San Liberale a Marcon attualmente interessata da un intervento di messa in sicurezza di emergenza».

Quindi perché non fare lo stesso anche a Spinea?

Al tal scopo nella giornata di lunedì 10 maggio 2010 il Coordinamento dei Comitati cittadini contro la Discarica ha incontrato il vicesindaco Stefania Busatta. Scopo dell'incontro era aggiornare il Coordinamento sullo stato del progetto di Ecoveneta. Nell'occasione si è potuto consegnare alle mani del vicesindaco la proposta di Campo Fotovoltaico elaborata da iGrilli per Spinea a 5 Stelle .

Il Businnes Plan svilluppato evidenzia (sulla base dei dati disponibili) la convenienza dell'opera:I ricavi, pur essendo abbastanza cospicui nei primi 15 anni di vita dell'impianto, sono ovviamenti viziati dalla rata di rimborso del leasing da sostenere per finaziare in toto l'opera, ma dato che la produzione energetica è incentivata per 20 anni con il contributo del GSE, negli ultimi 5 anni questi produce guadagni considerevolmente alti.

E' inoltre importate considerare il notevelo beneficio ambientale che comporta la realizzaizone del suddetto impianto in termini di risparmio di emissioni di CO2 nell'atmosfera (si ricorda che la maggior parte della produzione di energia elettrica nazionale è affidata alle centrali a turbogas, gasolio e carbone - solo una parte è coperta dagli impianti idroelettrici ed altre fonti).

Ora la questione è nella mani della politica e (speriamo) dell'intelligenza degli imprenditori.

Certo è che i Comitati ed i privati cittadini sono intenzionati a dare dura battaglia sulla questione, LA DISCARICA NON DEVE RIAPRIRE; sono allo studio anche azioni legali e non ultima la possibilità di una "class action" nei confronti della ditta qualora perseverasse nel suo progetto.
Spinea ha già dato molto in passato con la discarica di via Prati, gli abusi nele cave di via Luneo, il Passante ed ora sono in arrivo i nuovi impianti inceneritori di Marghera. E' ora di dire basta a chi attenta alla nostra salute per meri fini economici. Siamo disponibili a trattare e proporre scelte alternative, sostenibili ed ecocompatibili, ma diciamo un NO DECISO a nuovi interventi che possano costitutire un minaccia alla salute dei cittadini.

giovedì 22 aprile 2010

Una proposta per cambiare rotta

Alla ns attenzione, la situazione del mercato immobiliare e delle nuove costruzioni.
Articolo de IL GAZZETTINO. Come da tempo andiamo dicendo il fervore edificatorio degli ultimi anni comincia a ritorcesi contro i suoi stessi promotori, imprese di costruzione in crisi, agenzie immobiliari deserte. Cari signori è tempo di cambiare mestiere!
Maurizio Dianese
-La crisi picchia duro nel settore dell’edilizia. Al punto che in Comune (di Venezia) "dormono" una trentina di permessi di costruire. Si tratta di permessi pronti da tempo e mai stati ritirati o che sono scaduti perchè è passato un anno da quando sono stati rilasciati e i lavori non sono ancora iniziati. I permessi "morti" che giacciono negli uffici comunali sono la prova provata che i costruttori sono alle corde. Del resto basta guardarsi in giro, le case di bassa qualità ormai vengono svendute e l’unico segmento di mercato che tira è quello dell’extra lusso. Ma quanta gente c’è a Mestre in grado di spendere senza colpo ferire 1 milione di euro per un appartamento? Pensare che il residenziale è l’unico settore che ancora regge, se invece parliamo di direzionale o commerciale, allora son dolori. Ma anche le case ormai cominciano a soffrire e questo spiega come mai ci siano permessi a costruire che non vengono ritirati o che vengono lasciati scadere. Non solo, c’è anche una quota che ritira il permesso, paga la prima rata di oneri di urbanizzazione e poi non paga più. Tra l’altro c’è da mettere in conto che gli oneri di urbanizzazione sono aumentati del 35 per cento due anni fa. E’ vero che erano fermi da 7 anni, ma un aumento del genere in questo momento si è fatto sentire. Secondo Saverio Centenaro, l’ex presidente della Commissione urbanistica, picchia più la crisi degli aumenti del Comune, ma c’è più di un architetto che protesta perchè una monofamiliare in piena campagna a Favaro è arrivata a costare, tra una cosa e l’altra, fino a 50 mila euro di tasse varie - oneri di urbanizzazione e costi di costruzione. Paradossalmente spende di meno uno che costruisce a Carpenedo, in zona già urbanizzata. Lì una familiare viene meno di metà, cioè sui 20 mila euro. Sono tanti soldi comunque, ma con gli oneri di urbanizzazione il Comune rimpingua le esauste casse di Cà Farsetti. Qualcuno - Renato Boraso - protesta per gli aumenti, ma l’impressione è che si tratti di ben altro se al Terraglio in zona Aev si è fermato tutto, se in via Bissuola angolo via Sforza i 100 alloggi previsti sono bloccati, se la trasformazione dell’ex cinema San Marco è rimasta al palo, se in via della Spiga - 4 casette a schiera - se a Favaro - 6 palazzine - se in via Trento il capannone dell’ex Opel Mestrina ancora attende l’arrivo delle ruspe. E’ vero che sono partiti i mega interventi come l’area dell’ex Umberto I, ma per uno che va avanti, sono in tantissimi, grandi e piccoli, che soffrono.
(Mercoledì 21 Aprile 2010)
Poi ci sono le "novità", sempre da Il Gazzettino, stessa pagina:
L’ultimo grido è la permuta. Tu dai la vecchia casa a me e io vendo la nuova casa a te. Il costruttore fa un doppio affare, con la casa vecchia - che poi ristruttura e rivende - e con la casa nuova. Ma anche a chi compra conviene la permuta perchè il mercato delle case di fascia medio-bassa è crollato. Non parliamo di zone come Marcon dove c’è un migliaio di appartamenti che non trovano acquirenti e se ti capita di aver bisogno di incassare subito, ti tocca svendere. Ma anche a Mestre il mercato è debole e chi decide di acquistare sa che compra a meno, ma anche che vende a meno casa sua. Col rischio che, se si tratta di un condominio degli anni Sessanta, le probabilità di non riuscire proprio a vendere l’appartamento - e neanche a svenderlo - sono altissime. E così, per evitare di restare con il cerino in mano, più di qualcuno ha pensato alla permuta. In questo modo non ci sono più sorprese - tipo l’acquirente del tuo vecchio appartamento che non riesce a versarti tutti i soldi perchè lui, a sua volta, non ce la fa a vendere casa sua. Sorprese zero e tutti contenti, con il solo costruttore che rischia, ma in questo momento si rischia meno a comprare il vecchio che a costruire il nuovo.
Ed allora un'idea, agenzie immobiliari, imprese di costruzione con il patrocinio del comune non istituiscano un meccanismo che favorisca la permuta di vecchi appartamenti e case, vetusti e spesso non a più norma dal punto di vista impiatistico ed energetico, con nuove costruzioni fra le tante vuote ed invendute nelle recenti lottizzazioni. Gli edifici così liberati, potranno essere demoliti e ricostruiti, secondo criteri qualitativamenti ed estetici attuali ed in linea con un progetto di rivalutazione del centro cittadino. Ne guadagnerebbro tutti:
- I proprietari delle case avrebbero immobili nuovi seppur non più in area centrale, ma poi Spinea non è così grande e la ns. periferia non è poi così distante dal centro.
- Gli immobiliaristi che acquisirebbero la possibilità di edificare nuovo in centro con un plus valore rispetto gli immobili ceduti in periferia.
- La città che vedrebbe il proprio centro riqualificato e rinnovato e fermarsi la continua espansione delle aree edificate a discapito del territorio campestre per concentrarsi sul recupero del centro e delle aree urbane degradate.
Troppo difficile mi sa :-(

martedì 13 aprile 2010

La NON PIAZZA di S. Bertilla e l’abbattimento degli alberi della Ex scuola Pascoli

Perché NON PIAZZA; per capirlo bisogna prima di tutto capire cos’è una piazza.

Ogni paese o città che si rispetti ha conosciuto lo sviluppo grazie all’interagire delle persone che l’hanno abitata, che l’hanno vissuta e difesa a pieno in nome dell’appartenenza comune.

Questo fermento di idee e di opinioni, inteso come momento di crescita culturale e spirituale, ha avuto luogo nelle piazze, solitamente situate nei centri storici, luoghi centrali e punti strategici delle città, accomunati da determinate caratteristiche architettoniche.

Come afferma l'arch. Boeri in un articolo di “Repubblica” datato 22 ottobre 2004, infatti, “una piazza storica italiana deve essere un mondo fisicamente compiuto, architettonicamente definito, chiuso[…] circondato da una compatta corona di edifici”, un luogo pubblico, insomma, ma allo stesso tempo intimo, dove l’individuo si sente libero di esprimersi, ma anche protetto nella sua personalità, dal rumore e dalla vita frenetica della città.

La piazza rappresenta quindi un’oasi di pace nel bel mezzo del caos cittadino.

Quindi, è chiaro il motivo per cui quella di S. Bertilla è una NON PIAZZA, non può e non potrà mai definirsi tale, dato che nel suo bel mezzo passeranno le 30.000 auto che ogni giorno transitano su via Roma!
Non una piazza, bensì una camera a gas.

Veniamo poi all’aspetto ecologico/ambientale di questa operazione. Per fare posto a questa non piazza si è abbattuta la vecchia scuola Pascoli, e fin qui ci si può anche stare, ma un progetto serio, moderno, avrebbe dovuto tenere in considerazione l’ambiente circostante e cercare una collocazione ecocompatibile, inserito nel contesto naturale circostante com’è nell’orientamento di tutta l’architettura attuale o perlomeno in quella dei paesi civilmente avanzati.

Nella fattispecie la vecchia scuola, alle sue spalle, possiede una discreta superficie a prato, delimitato da 16 grandi alberi, tigli e carpini di 50-60 anni d’età. Hanno ben dire i responsabili del progetto, quando replicano che a fronte degli alberi abbattuti ne verranno piantati di nuovi, forse però non hanno ben presente quanti nuovi piccoli alberi di 2-3 anni d’età si dovrebbero piantare per sopperire ad uno solo di quelli che si vorrebbero abbattere.



Attenzione inoltre che a ben vedere il cartellone del progetto installato nell’area in oggetto, non sono solo gli alberi dell’ex scuola Pascoli ad essere in pericolo, ma anche i cedri e l’abete azzurro e gli altri alberi di parte del giardino dell’asilo di fronte ed a lato della chiesa di S. Bertilla, perché al loro posto è previsto un bel parcheggio! Solo la magnolia viene preservata.

Per vedere tutto il progetto vai al sito del CentroSpinea



Le specie vegetali - è risaputo - hanno la straordinaria capacità di ripulire l’aria dall’anidride carbonica attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana, ma forse non tutti sanno che anche esse contemporaneamente contribuiscono (in modo naturale) all’inquinamento dell’atmosfera.

Il profumo che le piante rilasciano, infatti, è generato dall’emissione di VOC (Composti Organici Volatili), di varia natura.

Una recente ricerca condotta dall’IBIMET dell'Istituto di Biometeorologia del CNR (BO) e il Centro Servizi per il Florovivaismo (MN) ha stilato la lista delle piante più salutari per l’atmosfera, quelle cioè che, grazie alle loro particolari caratteristiche fisiologiche e morfologiche, catturano moltissima anidride carbonica ed emettono pochissimi VOC.

Le prime tre piante sono: l'orniello , i biancospino e il tiglio.

Un singolo tiglio assorbe circa 36 kg di CO2 in un anno.

Si pensi che il valore medio delle emissioni di CO2 di un’auto di nuova fabbricazione è pari a:

- da 205 a 200 g/km per vetture a benzina;
- da 167 a 165 g/km per quelle a gasolio
- da 154 a 152 g/km per quelle a Gpl.

Da questi pochi numeri, coscienti del grande volume di traffico che transita ogni giorno su via Roma, è facilmente intuibile l'importanza che questi alberi hanno per la salute degli abitanti di quest’area e costituiscono inoltre una possente barriera naturale al rumore ed alle polveri, soprattutto proprio a favore del nuovo quartiere sorto alle spalle della scuola.

Di questo problema si sta interessando il Comitato Difesa Ambiente e Territorio di Spinea (vedi il loro progetto)

Note:

Frassini, olmi, tigli, aceri. Tutte piante che hanno foglie larghe e rugose, adatte a catturare ed intercettare l'anidride carbonica, l'ossido di azoto (NOx) e le polveri fini, il famigerato PM10.

Per quanto riguarda gli alberi ce ne sono due categorie o classi , la 1 che comprende i frassini, i tigli e gli ippocastani che assorbono circa 19 Kg di CO" all'anno e 36 chili dopo 10 anni. E la classe 2 di cui fanno parte gli aceri, i bagolari, i lecci che assorbono 34 Kg di anidride carbonica se sono sotto i sette anni e 65 Kg se sono di oltr
e 10 anni di età.

venerdì 2 aprile 2010

LA STRADA FOLLE PARTE SECONDA

Senza soffermarci troppo sulla strada folle di cui si sta occupando efficacemente il Comitato Viabilità vogliamo qui analizzare la seconda parte dell’intervento, quel collegamento Via Capitanio-Matteotti che riteniamo di poter senza alcun dubbio soprannominare “Strada Folle Parte Seconda”.

E’ IMPORTANTE PARLARNE ORA, ONDE EVITARE D’ESSERE ADDITATI COME I SOLITI RITARDATARI CHE LAMENTANO UN PROBLEMA SOLO QUANDO ORMAI E’ TROPPO TARDI PER POTER TORNARE INDIETRO.

Sintetizziamo la Strada Folle (punto 1)


Nelle intenzioni dovrebbe essere una strada urbana di scorrimento, un lungo nastro d’asfalto destinato ad attraversare le aree rurali ed a verde per attrezzature sportive a sud del Villaggio “dei fiori”. La strada si innesta in rotatoria (diametro di mt. 44) su via martiri e rotatoria ovale (mt 42x88) su via Capitanio.

Si vuole motivare la realizzazione di questa strada con la necessità di dare uno sbocco al traffico dei residenti dell’area residenziale a sud del Villaggio dei Fiori e per il futuro PN16 ma, soprattutto, per sgravare dal traffico via Roma (non si capisce come).


Si noti innanzi tutto come il PRG preveda anche la realizzazione di un collegamento (punto 2) tra viale Viareggio, via Rimini, via Palestro e via Solferino, che servirà a convogliare il traffico sulla nuova rotatoria di via Capitanio. Una frazione di questo futuro collegamento è già stata realizzata con le recenti lottizzazioni.

Appare fin troppo evidente che il traffico, una volta convogliato sulla nuova rotonda di via Capitanio e che prevalentemente si dirige verso Venezia (Mestre, Marghera), difficilmente opterà per tornare indietro (di quasi un Km) rispetto la direzione di marcia, per utilizzare la Strada Folle e dirigersi sulla SP81;
più facilmente percorrerà via Capitanio in direzione Fornase, oppure in direzione via Roma, gravando così ulteriormente questa strada, già sotto dimensionata per il traffico attuale e non riducendo in alcun modo il traffico su via Roma, se non per quella quota di traffico residenziale che dal Villaggio dei Fiori si riversa in via Roma da viale Sanremo e da Via Mion per andare in direzione di Mestre. Per lo stesso motivo chi dall’area sud del Villaggio desiderasse dirigersi verso Mirano, difficilmente imboccherebbe la strada in direzione via Capitanio, ma utilizzerebbe la viabilità esistente in direzione via Martiri e da questa sulla SP81.

E’ pertanto evidente che, finché non sarà realizzato il secondo tratto della Strada Folle, il collegamento Capitanio-Matteotti, questa soluzione di viabilità rischia non solo di non alleviare per nulla o quasi il traffico su via Roma ma, anzi, di causare un ulteriore forte aggravio su via Capitanio e, date le caratteristiche della strada, un conseguente aumento dei rischi inerenti la sicurezza stradale (via Capitanio ha carreggiate ridotte con fossati ai lati, è priva di marciapiedi, guard-rail e pista ciclabile, presenta curve pericolose ed un limite di velocità di 30 Km/h).

La prosecuzione con il collegamento via Capitanio/Matteotti richiede il passaggio sui terreni privati tra il civ. 109 ed il civ. 111 di via Capitanio (punto 3). Per realizzare una sede stradale che, se delle stesse dimensioni del tratto Martiri/Capitanio già progettato, sarà necessario far passare a pochi metri dalle abitazioni esistenti con probabile deroga alle distanze dei fabbricati dal ciglio stradale.

E’ inoltre singolare la doppia curva con cui si permette alla strada un’ampia deviazione sui terreni (ora agricoli) a sud delle abitazioni di via Cici. Non appare chiaro perché non si possa utilizzare il sedime della strada bianca esistente (punto 4), adeguandola ed ampliandola sui terreni liberi a nord delle abitazioni e completare il collegamento proseguendo su via Betlemme. E’ inoltre perfettamente fattibile la realizzazione di una rotatoria sull’innesto in via Matteotti data la disponibilità proprio fronte via Betlemme di un terreno libero ed incolto attualmente utilizzato come isola ecologica e parcheggio non regolamentato.

Questa soluzione potrebbe inoltre permettere in futuro un collegamento diretto verso via Bennati con un raccordo dalla nuova rotatoria alla metà circa di via D’Annunzio il che consentirebbe una migliore fluidità e sicurezza del traffico eliminando la stretta e pericolosa svolta ad angolo retto da via Matteotti su via D’Annunzio.

Le proposte quindi dovrebbero sono nell’ordine di progressione degli interventi:

  • Non realizzare la Strada Folle parte prima Martiri/Capitanio (in quanto evidentemente inutile costituirebbe uno spreco di preziose risorse economiche meglio utilizzabili per altri interventi di messa in sicurezza ed adeguamento delle strade esistenti).

  • Predisporre la nuova viabilità di via Cici e collegamento Capitanio-Cici-Betlemme-Matteotti e rotatoria Matteotti (costi a cura degli attuatori del PN16, intervento preventivo alla realizzazione del PN); Vengano pertanto salvaguardati i terreni agricoli a sud. Questo intervento andrebbe previsto quanto prima per sgravare dal traffico via Capitanio.

  • Completare il collegamento previsto in PRG tra viale Viareggio, via Rimini, via Palestro e via Solferino (punto 2 - in modo da dirigere il traffico verso via Matteotti-Bennati evitando via Capitanio).

  • Realizzare rotatoria di dimensioni più ridotte su via Capitanio alla connessione delle varie strade.


Questo permetterebbe:

  • Senza il collegamento Martiri-Capitanio si eviterà di convogliare traffico esterno non residenziale dalla SP81 entro l’area urbana di Spinea, si favorirebbe invece la circolazione esterna che costituisce l’unico modo per evitare l’intasamento veicolare delle aree centrali, in poche parole il traffico non residenziale deve passare esternamente al centro della città.
  • Con la realizzazione di un razionale collegamento da viale Viareggio alla via Matteotti si potrà indirizzare il traffico dall’area residenziale sud del Villaggio dei Fiori e futuro PN16 su un percorso parallelo a via Roma sgravandola per quanto poco dal traffico dei residenti, che una volta convogliato su via Matteotti potrà dirigersi sia verso via Roma (per via Bennati) sia verso la SP81 (per via Fornase) evitando di gravare su via Capitanio. Ulteriori interventi quali l’innesto diretto di via Bennati sulla rotonda della stazione (già previsto) ed un diverso innesto di via Fornase sulla SP81 avranno lo scopo di fluidificare il traffico e ridurre l’impatto sui residenti.
  • Si riducono le superfici stradali, in questo modo si salvaguarda il territorio, le aree agricole e verdi che costituiscono il nostro unico baluardo a contrasto dei sempre più crescenti effetti deleteri dell’inquinamento che riceviamo dalla grandi strade che circondano il centro urbano della città, inoltre meno strade significa anche un risparmio economico sui costi di gestione e manutenzione di queste infrastrutture che ricadono su tutta la collettività.

    Il progetto potrebbe poi proseguire con la valorizzazione delle aree verdi, con la costituzione di un parco pubblico diffuso (punti 5) da via Martiri a via Matteotti con la possibilità di proseguire oltre in direzione via Bennati e collegarsi con le aree verdi e forte Sirtori al Graspo D’Uva e da lì fino alla via Oriago, con un sistema di piste ciclabili e sentieri pedonali (punti 6); si tratterebbe di un vero e proprio corridoio verde a sud della città che andrebbe poi a completarsi con il parco fluviale del rio Cimetto (punto 7), che potrebbe essere esteso lungo la fascia di rispetto ambientale del rio (punto 8), valorizzando gli edifici rurali tipici presenti (vincolati - punti 9) e non, completandosi con le aree boschive previste nel PAT (se sarà mantenuta questa impostazione) e costituendo così un’unica vasta area verde.

venerdì 26 marzo 2010

Quello che è stato ...

Sulla carta aveva le caratteristiche per essere uno dei PN più “verdi” fra i ben VENT’OTTO piani norma approvati nel PRG, in quanto a fronte di una superficie impegnata di circa 77.000 mq. prevedeva ben 37.000 mq. di VERDE PUBBLICO che insieme agli oltre 35.000 mq. di verde pubblico previsti nel PN28 (ex fornace Cavasin) avrebbe consegnato alla cittadinanza un ampliamento del vicino Parco Nuove Gemme di oltre 72.000 mq.
Ma cosa accadde poi?
La necessità di realizzare la strada a servizio della stazione di Spinea, destinata nel prox futuro a collegarsi con quella di Maerne in quella che sarà la cosiddetta “Circonvallazione Nord” porta alla realizzazione di via 11 settembre che arriverà fino all’innesto in rotonda vicino al nuovo passaggio a livello di Assegiano, IL CASO VUOLE che il percorso della nuova strada passi ESATTAMENTE NEL MEZZO delle aree destinate a VERDE PUBBLICO del PN20 e PN28, un nastro d’asfalto con una superficie di 17.000 mq. fatto passare sopra quello che doveva essere un pezzo importante dell’espansione del parco cittadino.
Perché non si è previsto invece di far seguire alla strada il tragitto della linea ferroviaria ed il confine Spinea/Venezia in modo da tenere unita l’area destinata a verde pubblico?
Non erano forse anche quelli “terreni incolti”… opps scusate, dimenticavo, in questo modo la strada sarebbe passata sopra i terreni appena resi edificabili. Purtroppo quando si tratta di garantire il diritto acquisito del privato questi vince sempre sull’interesse del pubblico (cioè di noi cittadini). E’ bene far presente quanto emerso dall’interrogazione del consigliere Armelaso, il quale a chiesto di sapere chi fossero i “soggetti attuatori” del Piano; è emerso che il 29% dell’area edificabile è proprietà di singoli privati, mentre ben il 71% è di proprietà di una società di cui ovviamente si conosce solo il nominativo dell’amministratore delegato. Ovviamente non è finita così, considerate inoltre che per garantire un ACCESSO SICURO alla nuova lottizzazione (privata) a metà del tratto di via 11 settembre compresa nel PN20 sarà realizzata una nuova rotatoria, frazionando e riducendo ulteriormente l’area verde residua. (pubblica), così invece di ritrovarci con un pezzo di parco in più di circa 37.000 mq. (relativamente al PN20) ci resteranno solo 20.000 mq., spezzati in tanti fazzolettini dalla via 11 settembre, dalla rotatoria e dalla strade d’accesso alla nuova lottizzazione.

In considerazione della mutata situazione:

- Non era forse il caso di rivedere l’impianto del PN20?

- Non era possibile riproporzionare e riposizionare gli interventi?

- Sarà possibile, in fase del progetto di dettaglio della lottizzazione, intervenire in modo da ridurre al minino il frazionamento dell’area verde pubblica residua?

E’ bene ricordare che la circonvallazione Nord è strada che in futuro, una volta completata, è destinata a convogliare un consistente flusso di traffico dei comuni di seconda fascia che oggi attraversa Spinea da Nord, Nord-Ovest in direzione Venezia-Mestre- e viceversa, inoltre su di essa è previsto anche l’innesto della strada che porterà direttamente al nuovo ospedale di Mestre ed alla vicina area commerciale dell’Auchan, prevedibilmente quindi, dopo il Passante e la SP81 che sarà potenziata per accogliere il traffico (anche pesante) in uscita dal casello di Spinea (Crea), Sarà questa la strada più d’importanza sul ns. territorio.

Rimpiangeremo quell’area verde di cui siamo stati espropriati e che poteva essere piantumata a bosco e costituire una valida barriera alle polveri sottili ed al rumore del traffico.

Questo è ciò che è stato, al prossimo PN … che sarà?