martedì 11 maggio 2010

La discarica di via Prati - un problema, una soluzione.

IL PROBLEMA
L’ex discarica autorizzata cat. 2/B sita in loc. Prati di Spinea risulta chiusa da circa 10 anni, ma presenta un problema crescente di produzione di percolato. Allo stato attuale la società Ecoveneta S.p.A. che ha in gestione l’impianto è investita dell’onere di prelevare e smaltire la produzione di percolato (gestione post – mortem), frutto evidente di una non ottimale copertura del sito.


La società Ecoveneta S.p.A. per dare una soluzione definitiva al problema che comporta per altro un ingente spesa economica, in data 10 luglio 2008, ha provveduto al deposito presso l’Unità Operativa Tutela dell’Ambiente di copia del progetto e del relativo Studio di Impatto Ambientale per la realizzazione della messa in sicurezza definitiva e contestuale adeguamento del sistema di ricopertura finale con rifiuti inerti della ex discarica.

Il progetto in parola consiste nella copertura e riprofilatura della discarica esistente con rifiuti inerti quali, a titolo d’esempio, fanghi di dragaggio, terre e rocce da scavo, fanghi provenienti da attività di bonifica dei terreni, compost fuori specifica per una capacità complessiva di circa 150.000 mc ed un aumento della quota finale fino a 3,5-4 m rispetto alle quote attuali il cui colmo è di 8 m.
Il progetto presente alcuni problemi:
1°- l’area è soggetta a vincolo ambientale per la presenza del canale Menegon.

2°- Ecoveneta non dice nulla rispetto all’eventuale copertura finanziaria del contributo spettante ai comuni.

3°- sul piano urbanistico va rilevato che l’abitato, la strada e la ferrovia sono molto vicini;

4°- Gli inerti posti al di sopra dei rifiuti speciali, senza alcuna opportuna divisione, determinerebbero a tutti gli effetti un’ulteriore discarica di rifiuti speciali, il che richiederebbe un nuovo iter.

Inoltre è bene ricordare che questa discarica nata nel 1991 è sorta nel comune di Spinea e solo i cittadini di quest’ultimo sono stati a suo tempo interessati dalle consultazioni. Ma la discarica è esattamente al confine con il comune di Mira ed anzi le abitazioni più vicine sono quelle del comune della Riviera che quindi risulta coinvolta a pieno titolo nelle scelte che si verranno a determinare.

LA PROPOSTA

L’associazione iGrilli per Spinea a 5 Stelle, assieme agli altri comitati ed associazioni cittadine ha promosso una raccolta firme tra i cittadini contro il progetto di riapertura della discarica (circa 1.800 firme raccolte), progetto che, nel frattempo, ha ricevuto il parere negativo dei comuni di Spinea e Mira, nonché il parere negativo della provincia di Venezia.

L’associazione iGrilli per Spinea a 5 Stelle, concorde con l’amministrazione sul fatto che comunque si debba risolvere il problema crescente della produzione di percolato e, ritenendo impraticabile la soluzione progettata da Ecoveneta, propone di convertire il sito della discarica, non utilizzabile per altri fini, in un PARCO FOTOVOLTAICO in grado di produrre circa 1 Mw/annuo di energia elettrica (sufficiente per intenderci a produrre sufficiente energia per aliminentare la frazione di Fornase). Le opportunità offerte dal Conto Energia, infatti permetterebbero di realizzare un impianto a Costo Zero, del tipo a terra che consentirebbe:
1. La copertura dei costi necessari alla messa in sicurezza della discarica con le opere di sistemazione del suolo atte ad ospitare l’impianto e quindi la risoluzione del problema in essere;

2. La realizzazione di un’opera di rilevante impatto per la salvaguardia dell’ambiente che consentirà notevoli risparmi in tema di emissioni in aria di CO² da produzione energetica;

3. Un discreto ritorno economico e d’immagine dall’operazione per l’ente attuatore;
Anche la Divisione Energia di Veritas ha in cantiere numerosi altri progetti legati ai pannelli fotovoltaici, tra i quali uno che prevede di generare una potenza di 1.000 kWp presso la discarica di Noale (attualmente, sono in fase di trattativa).

Da Il Gazzettino di Venezia e Mestre, Giovedì 25 Marzo 2010, pagina 14:

«Si sta cercando di sfruttare la superficie di queste discariche, inutilizzabile per altri scopi, per l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica – spiega Dalla Vecchia – L’investimento iniziale è molto consistente, ma consentono, attraverso la vendita dell’energia alla rete nazionale e sfruttando gli incentivi governativi, di ammortizzare l’investimento in un tempo di circa 10 anni, coprendo contemporaneamente le spese di gestione post operativa della discarica, e di ricavare un utile per almeno i 10 anni successivi, oltre a garantire una riduzione nelle emissioni di CO2 e contribuire al fabbisogno energetico nazionale». Sul tavolo, ad oggi, c’è uno studio di fattibilità per la discarica di Noale dove è previsto un investimento di circa 5 milioni di euro e si sta ragionando anche su quella di Ca’ Perale nel comune di Mirano. «Altre discariche di rifiuti urbani potenzialmente interessate potrebbero essere quelle di Portogruaro e Chioggia – conclude Dalla Vecchia – insieme a quella di San Liberale a Marcon attualmente interessata da un intervento di messa in sicurezza di emergenza».

Quindi perché non fare lo stesso anche a Spinea?

Al tal scopo nella giornata di lunedì 10 maggio 2010 il Coordinamento dei Comitati cittadini contro la Discarica ha incontrato il vicesindaco Stefania Busatta. Scopo dell'incontro era aggiornare il Coordinamento sullo stato del progetto di Ecoveneta. Nell'occasione si è potuto consegnare alle mani del vicesindaco la proposta di Campo Fotovoltaico elaborata da iGrilli per Spinea a 5 Stelle .

Il Businnes Plan svilluppato evidenzia (sulla base dei dati disponibili) la convenienza dell'opera:I ricavi, pur essendo abbastanza cospicui nei primi 15 anni di vita dell'impianto, sono ovviamenti viziati dalla rata di rimborso del leasing da sostenere per finaziare in toto l'opera, ma dato che la produzione energetica è incentivata per 20 anni con il contributo del GSE, negli ultimi 5 anni questi produce guadagni considerevolmente alti.

E' inoltre importate considerare il notevelo beneficio ambientale che comporta la realizzaizone del suddetto impianto in termini di risparmio di emissioni di CO2 nell'atmosfera (si ricorda che la maggior parte della produzione di energia elettrica nazionale è affidata alle centrali a turbogas, gasolio e carbone - solo una parte è coperta dagli impianti idroelettrici ed altre fonti).

Ora la questione è nella mani della politica e (speriamo) dell'intelligenza degli imprenditori.

Certo è che i Comitati ed i privati cittadini sono intenzionati a dare dura battaglia sulla questione, LA DISCARICA NON DEVE RIAPRIRE; sono allo studio anche azioni legali e non ultima la possibilità di una "class action" nei confronti della ditta qualora perseverasse nel suo progetto.
Spinea ha già dato molto in passato con la discarica di via Prati, gli abusi nele cave di via Luneo, il Passante ed ora sono in arrivo i nuovi impianti inceneritori di Marghera. E' ora di dire basta a chi attenta alla nostra salute per meri fini economici. Siamo disponibili a trattare e proporre scelte alternative, sostenibili ed ecocompatibili, ma diciamo un NO DECISO a nuovi interventi che possano costitutire un minaccia alla salute dei cittadini.

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