lunedì 17 maggio 2010

I VELENI DI SPINEA

Sabato avremmo dovuto partecipare all'evento organizzato a Marghera dall' Assemblea permanente contro il rischio chimico:

"NON INCENERITE IL NOSTRO FUTURO".
Leggi l'appello dei pediatri di famiglia di Mestre e Venezia contro l'inceneritore SG31

Purtroppo sono mancate le risorse fisiche ed anche il meteo non era molto favorevole, quindi, purtroppo, abbiamo perso questa occasione.

Pubblico qui di seguito il materiale che avevamo preparato per il ns. gazebo il cui tema era appunto "I VELENI DI SPINEA": LA DISCARICA TOSSICA DELLE EX-CAVE IN VIA LUNEO SPINEA

Tra il 1980 ed il 1986 l’area è utilizzata dalla cooperativa SAN GIUSTO come discarica, l’autorizzazione rilasciata faceva riferimento al solo conferimento di inerti ma dalle indagini eseguite sono stati rilevati alti livelli d’inquinamento da idrocarburi, diossine e vari metalli pesanti.


Il caso esplode nell’estate del 2004 con un’interrogazione urgente presentata dall’allora consigliere comunale di Mirano Luigi Corò, a seguito di una denuncia partita con la segnalazione di un abitante della zona, 37 anni, colpito da tumore, che ha visto morire dello stesso male gli altri tre amici con i quali da ragazzo andava a giocare in quella cava.

Leggi tutta l'indagine epidemiologica area discarica di via Luneo a Spinea del Dott. Flavio Valentini Dipartimento di Prevenzione AULSS 13 Veneto.

… Decine di camion arrivarono anche dall’area industriale di Mantova per gettare fanghi nella discarica delle cave di Luneo. E’ tutto nero su bianco, nei documenti conservati negli archivi dell’Asl 13 … A testimoniare l’arrivo dei fanghi industriali c’è un documento della Provincia di Mantova, datato 14 maggio 1986, in cui sono registrate le tonnellate e tonnellate di fanghi arrivati nel corso dell’anno dall’Icip, l’Industria chimica italiana del petrolio… Pur essendo vero che a partire dal 1984 il Pei (Piattaforma ecologica industriali) ha goduto dell’autorizzazione regionale temporanea per il trattamento di rifiuti speciali, secondo il consigliere comunale, Luigi Corò, che ha recuperato i documenti nell’archivio dell’Asl 13, «quella cava non poteva accogliere rifiuti speciali perché priva del fondo di argilla che avrebbe garantito l’isolamento dalla falda, come dimostra uno studio realizzato dalla ditta Tecnogeo per conto della cooperativa a inizio anni ottanta».
La Nuova di Venezia — 05 maggio 2005 pagina 29 sezione: PROVINCIA

Con Deliberazione della Giunta Regionale N. 1133 del 18 marzo 2005 è assegnata al Comune di Spinea la somma di Euro 500.000,00 quale finanziamento destinato alla realizzazione degli interventi di bonifica sull'area denominata ex discarica di Via Luneo.

Avviati a Spinea (Venezia) i lavori di bonifica dell'ex cava di Via Luneo

Hanno preso avvio, nel Comune di Spinea, i lavori di bonifica dell’ex cava di via Luneo. L’intervento è articolato in due fasi successive, la prima delle quali prevede l’esecuzione di specifiche indagini di tipo geofisico per l’individuazione di sostanze inquinanti, mentre la seconda prevede la bonifica e la messa in sicurezza dell’area. Per questi interventi, che rientrano nel progetto di monitoraggio del territorio regionale per l’individuazione di siti inquinati, la Regione ha stanziato un finanziamento complessivo di € 544.700, di cui 44.700 euro a favore del magistrato alle Acque per le indagini geofisiche e 500 mila euro al Comune di Spinea per le bonifiche e la messa in sicurezza dell’area dell’ex cava.

“Con questo intervento - sottolinea l’Assessore regionale all’Ambiente, Giancarlo Conta, relatore del provvedimento - contiamo di fare chiarezza sulle possibili connessioni tra la discarica e il verificarsi dei casi di neoplasie segnalate ripetutamente dalla stampa. Mi auguro che tali risposte giungano al più presto, per passare poi alla fase di bonifica del sito”.
Mondo Agricolo Veneto (1 febbraio 2006 - anno VIII - n. 3).

Ed i risultati arrivano: le indagini epidemiologiche non sono riuscite a dimostrare un nesso tra le morti per tumore avvenute negli anni nell’area circostante la discarica (ma nemmeno hanno potuto escludere a priori il contrario).

… «Non è stato possibile risalire a un particolare inquinante che possa essere correlato in modo certo a una delle patologie» … si chiude così la relazione condotta dal Dipartimento di prevenzione dell’Asl 13 guidato da Flavio Valentini
la Nuova di Venezia — 29 dicembre 2006 pagina 31 sezione: PROVINCIA.

Risulta eseguito il piano di caratterizzazione del sito inquinato:

Dal Curriculm Vitae dell’ing. Mauro Gallo (n°3834 Ordine degli Ingegneri della Provincia di Venezia) pubblicato nel suo sito web risulta un Piano di Caratterizzazione del sito denominato "Discarica di via Luneo" situato nel comune di Spinea, per il quale sarebbe è stata eseguita la redazione dei disciplinari tecnici per le diverse attività di indagine ambientale, dei relativi capitolati d'appalto e dei computi metrici estimativi (importo attività € 210'000,00).



Purtroppo però a tutt’oggi ci troviamo di fronte ad un problema ancora irrisolto. L’inquinamento dell’area resta e le bonifiche vere e proprie non sono ancora iniziate, anzi, non sono nemmeno ancora finanziate:

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

VENEZIA 05 febbraio 2010 - Il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Pietrangelo Pettenò ha presentato un'interrogazione alla Giunta per conoscere "se e quali misure siano state disposte per la bonifica delle ex cave di via Luneo tra i comuni di Mirano e Spinea (VE) e se esistano delle omissioni da parte degli enti locali preposti alla salvaguardia dell'ambiente e alla tutela della salute pubblica dei cittadini". Ogni dubbio è lecito - precisa il consigliere - visto che la Giunta regionale ha bocciato un nostro emendamento che intendeva destinare 2.000.000 di euro alla provincia di Venezia per la bonifica del sito". "In queste ex cave - spiega Pettenò - sono stati scaricati negli anni ottanta fanghi di depuratori industriali e rifiuti solidi urbani provenienti da Porto Marghera e delle analisi hanno confermato che nel terreno sono presenti diossina, benzene, zinco e arsenico in grandi quantità, tanto che la magistratura ne aveva disposto il sequestro giudiziario".

UNA DISCARICA DA RIAPRIRE AD OGNI COSTO?


L’ex discarica autorizzata cat. 2/B sita in loc. Prati di Spinea risulta chiusa da circa 10 anni, ma presenta un problema crescente di produzione di percolato. Allo stato attuale la società Ecoveneta S.p.A. che ha in gestione l’impianto è investita dell’onere di prelevare e smaltire la produzione di percolato (gestione post – mortem), frutto evidente di una non ottimale copertura del sito.


La società Ecoveneta S.p.A. per dare una soluzione definitiva al problema che comporta per altro un ingente spesa economica, in data 10 luglio 2008, ha provveduto al deposito presso l’Unità Operativa Tutela dell’Ambiente di copia del progetto e del relativo Studio di Impatto Ambientale per la realizzazione della messa in sicurezza definitiva e contestuale adeguamento del sistema di ricopertura finale con rifiuti inerti della ex discarica.

Il progetto in parola consiste nella copertura e riprofilatura della discarica esistente con rifiuti inerti quali, a titolo d’esempio, fanghi di dragaggio, terre e rocce da scavo, fanghi provenienti da attività di bonifica dei terreni, compost fuori specifica per una capacità complessiva di circa 115.000 mc ed un aumento della quota finale fino a 3,5-4 m rispetto alle quote attuali il cui colmo è di 8 m.
Il progetto presente alcuni problemi:

1°- l’area è soggetta a vincolo ambientale per la presenza del canale Menegon.

2°- Ecoveneta non dice nulla rispetto all’eventuale copertura finanziaria del contributo spettante ai comuni.

3°- sul piano urbanistico va rilevato che l’abitato, la strada e la ferrovia sono molto vicini;

Ci sono inoltre questioni tecniche; aggiungere altri 115 mila metri cubi di rifiuto inerte sulla discarica di rifiuti speciali già esistente potrebbero compromettere la stabilità del fondo e della riva del Menegon (cit. vicesindaco Busatta) a ciò si aggiunge il fatto che gli inerti posti al di sopra dei rifiuti speciali, senza alcuna opportuna divisione, determinerebbero a tutti gli effetti un’ulteriore discarica di rifiuti speciali, il che richiederebbe un nuovo iter.

Inoltre è bene ricordare che questa discarica nata nel 1991 è sorta nel comune di Spinea e solo i cittadini di quest’ultimo sono stati a suo tempo interessati dalle consultazioni. Ma la discarica è esattamente al confine con il comune di Mira ed anzi le abitazioni più vicine sono quelle del comune della Riviera che quindi risulta coinvolta a pieno titolo nelle scelte che si verranno a determinare.


ULTIMA ORA: causa le piogge di questi giorni …
...ai confini con il comune di Spinea dove è avvenuto un crollo. «L’argine del canale Menegon - spiega il consigliere provinciale Guerrino Palmarini - è franato in tre punti. L’argine è a ridosso della discarica di via Prati che si vuole autorizzare.
La Nuova Venezia - 14 maggio 2010 — pagina 29 — sezione: PROVINCIA

UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA E’ POSSIBILE?

Vedi Post: DISCARICA VIA PRATI. UN PROBLEMA, UNA SOLUZIONE

Avrebbero dovuto seguire:

PASSANTE DI MESTRE ... INQUINAMENTO A SPINEA

vedi link articolo NV

FORNO CREMATORIO ... CARI ESTINTI, NOI VI RESPIRIAMO

vedi link articolo NV

Su quest'ultimo punto è bene far presente che l'amministrazione in seguito alla segnalazione dell'ARPAV ha richiesto di confrontarsi sui dati (vedi art. NV), l'esito di questo confronto non è stato certo incoraggiante (vedi art. NV); di fatto non esistendo una normativa di riferimento non si può affermare che il forno sia di per se pericoloso, MA NEMMENO SI PUO' SOSTENERE IL CONTRARIO!

martedì 11 maggio 2010

La discarica di via Prati - un problema, una soluzione.

IL PROBLEMA
L’ex discarica autorizzata cat. 2/B sita in loc. Prati di Spinea risulta chiusa da circa 10 anni, ma presenta un problema crescente di produzione di percolato. Allo stato attuale la società Ecoveneta S.p.A. che ha in gestione l’impianto è investita dell’onere di prelevare e smaltire la produzione di percolato (gestione post – mortem), frutto evidente di una non ottimale copertura del sito.


La società Ecoveneta S.p.A. per dare una soluzione definitiva al problema che comporta per altro un ingente spesa economica, in data 10 luglio 2008, ha provveduto al deposito presso l’Unità Operativa Tutela dell’Ambiente di copia del progetto e del relativo Studio di Impatto Ambientale per la realizzazione della messa in sicurezza definitiva e contestuale adeguamento del sistema di ricopertura finale con rifiuti inerti della ex discarica.

Il progetto in parola consiste nella copertura e riprofilatura della discarica esistente con rifiuti inerti quali, a titolo d’esempio, fanghi di dragaggio, terre e rocce da scavo, fanghi provenienti da attività di bonifica dei terreni, compost fuori specifica per una capacità complessiva di circa 150.000 mc ed un aumento della quota finale fino a 3,5-4 m rispetto alle quote attuali il cui colmo è di 8 m.
Il progetto presente alcuni problemi:
1°- l’area è soggetta a vincolo ambientale per la presenza del canale Menegon.

2°- Ecoveneta non dice nulla rispetto all’eventuale copertura finanziaria del contributo spettante ai comuni.

3°- sul piano urbanistico va rilevato che l’abitato, la strada e la ferrovia sono molto vicini;

4°- Gli inerti posti al di sopra dei rifiuti speciali, senza alcuna opportuna divisione, determinerebbero a tutti gli effetti un’ulteriore discarica di rifiuti speciali, il che richiederebbe un nuovo iter.

Inoltre è bene ricordare che questa discarica nata nel 1991 è sorta nel comune di Spinea e solo i cittadini di quest’ultimo sono stati a suo tempo interessati dalle consultazioni. Ma la discarica è esattamente al confine con il comune di Mira ed anzi le abitazioni più vicine sono quelle del comune della Riviera che quindi risulta coinvolta a pieno titolo nelle scelte che si verranno a determinare.

LA PROPOSTA

L’associazione iGrilli per Spinea a 5 Stelle, assieme agli altri comitati ed associazioni cittadine ha promosso una raccolta firme tra i cittadini contro il progetto di riapertura della discarica (circa 1.800 firme raccolte), progetto che, nel frattempo, ha ricevuto il parere negativo dei comuni di Spinea e Mira, nonché il parere negativo della provincia di Venezia.

L’associazione iGrilli per Spinea a 5 Stelle, concorde con l’amministrazione sul fatto che comunque si debba risolvere il problema crescente della produzione di percolato e, ritenendo impraticabile la soluzione progettata da Ecoveneta, propone di convertire il sito della discarica, non utilizzabile per altri fini, in un PARCO FOTOVOLTAICO in grado di produrre circa 1 Mw/annuo di energia elettrica (sufficiente per intenderci a produrre sufficiente energia per aliminentare la frazione di Fornase). Le opportunità offerte dal Conto Energia, infatti permetterebbero di realizzare un impianto a Costo Zero, del tipo a terra che consentirebbe:
1. La copertura dei costi necessari alla messa in sicurezza della discarica con le opere di sistemazione del suolo atte ad ospitare l’impianto e quindi la risoluzione del problema in essere;

2. La realizzazione di un’opera di rilevante impatto per la salvaguardia dell’ambiente che consentirà notevoli risparmi in tema di emissioni in aria di CO² da produzione energetica;

3. Un discreto ritorno economico e d’immagine dall’operazione per l’ente attuatore;
Anche la Divisione Energia di Veritas ha in cantiere numerosi altri progetti legati ai pannelli fotovoltaici, tra i quali uno che prevede di generare una potenza di 1.000 kWp presso la discarica di Noale (attualmente, sono in fase di trattativa).

Da Il Gazzettino di Venezia e Mestre, Giovedì 25 Marzo 2010, pagina 14:

«Si sta cercando di sfruttare la superficie di queste discariche, inutilizzabile per altri scopi, per l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica – spiega Dalla Vecchia – L’investimento iniziale è molto consistente, ma consentono, attraverso la vendita dell’energia alla rete nazionale e sfruttando gli incentivi governativi, di ammortizzare l’investimento in un tempo di circa 10 anni, coprendo contemporaneamente le spese di gestione post operativa della discarica, e di ricavare un utile per almeno i 10 anni successivi, oltre a garantire una riduzione nelle emissioni di CO2 e contribuire al fabbisogno energetico nazionale». Sul tavolo, ad oggi, c’è uno studio di fattibilità per la discarica di Noale dove è previsto un investimento di circa 5 milioni di euro e si sta ragionando anche su quella di Ca’ Perale nel comune di Mirano. «Altre discariche di rifiuti urbani potenzialmente interessate potrebbero essere quelle di Portogruaro e Chioggia – conclude Dalla Vecchia – insieme a quella di San Liberale a Marcon attualmente interessata da un intervento di messa in sicurezza di emergenza».

Quindi perché non fare lo stesso anche a Spinea?

Al tal scopo nella giornata di lunedì 10 maggio 2010 il Coordinamento dei Comitati cittadini contro la Discarica ha incontrato il vicesindaco Stefania Busatta. Scopo dell'incontro era aggiornare il Coordinamento sullo stato del progetto di Ecoveneta. Nell'occasione si è potuto consegnare alle mani del vicesindaco la proposta di Campo Fotovoltaico elaborata da iGrilli per Spinea a 5 Stelle .

Il Businnes Plan svilluppato evidenzia (sulla base dei dati disponibili) la convenienza dell'opera:I ricavi, pur essendo abbastanza cospicui nei primi 15 anni di vita dell'impianto, sono ovviamenti viziati dalla rata di rimborso del leasing da sostenere per finaziare in toto l'opera, ma dato che la produzione energetica è incentivata per 20 anni con il contributo del GSE, negli ultimi 5 anni questi produce guadagni considerevolmente alti.

E' inoltre importate considerare il notevelo beneficio ambientale che comporta la realizzaizone del suddetto impianto in termini di risparmio di emissioni di CO2 nell'atmosfera (si ricorda che la maggior parte della produzione di energia elettrica nazionale è affidata alle centrali a turbogas, gasolio e carbone - solo una parte è coperta dagli impianti idroelettrici ed altre fonti).

Ora la questione è nella mani della politica e (speriamo) dell'intelligenza degli imprenditori.

Certo è che i Comitati ed i privati cittadini sono intenzionati a dare dura battaglia sulla questione, LA DISCARICA NON DEVE RIAPRIRE; sono allo studio anche azioni legali e non ultima la possibilità di una "class action" nei confronti della ditta qualora perseverasse nel suo progetto.
Spinea ha già dato molto in passato con la discarica di via Prati, gli abusi nele cave di via Luneo, il Passante ed ora sono in arrivo i nuovi impianti inceneritori di Marghera. E' ora di dire basta a chi attenta alla nostra salute per meri fini economici. Siamo disponibili a trattare e proporre scelte alternative, sostenibili ed ecocompatibili, ma diciamo un NO DECISO a nuovi interventi che possano costitutire un minaccia alla salute dei cittadini.