Arsenico e ammoniaca oltre i limiti A Fornase la pattumiera dei veleni
SPINEA. Arsenico, ammoniaca, ferro e manganese. C’è di tutto e in quantità abnormi nelle profondità dei terreni attorno alla discarica di via Prati. Arsenico 11 volte sopra i limiti, ferro 20 volte, manganese 8 e ammoniaca addirittura 30. A divulgare i dati è il Comune, dopo che il sindaco Silvano Checchin ha emesso un’ordinanza che vieta l’uso per consumo umano e a scopi zootecnici dell’acqua dei pozzi fino a 50 metri. I rilevamenti riguardano i piezometri posizionati vicino alla discarica gestita dalla società Integra, ex Ecoveneta e sono riferiti alle acque di falda. Valori che parlano chiaro e rilanciano l’allarme sulle conseguenze ambientali e per la salute di chi risiede in zona. In pratica sono state superate quasi tutte le soglie di contaminazione. «Il divieto è stato proposto in via cautelativa dall’Asl 13 dopo che l’Arpav ha segnalato il superamento dei valori minimi consentiti per quanto riguarda la presenza di arsenico, manganese, ferro e ammoniaca» commenta Checchin, che ora invita la Regione a bloccare le autorizzazioni di ampliamento della discarica. «La contaminazione segnalata per le acque di prima falda, almeno per quanto riguarda Spinea, non va affatto sottovalutata» continua il sindaco. Resta dunque alto l’allarme attorno alla discarica di via Prati. La cava, chiusa da tempo, è sotto esame da parte della Regione per un eventuale progetto di riapertura, contro il quale sia Spinea, che Mira, ma anche la Provincia, si sono espressi in modo contrario. «Questi dati - prosegue Checchin - confermano un livello di inquinamento delle acque sotterranee già elevato e che sta colpendo in maniera pesante le falde dei due territori. L’avvelenamento anzi rischia di interessare ancor più pesantemente le zone a valle del sito. Sarebbe assurdo oggi insistere col conferimento di nuovi materiali che aggraverebbero ulteriormente la situazione». Intanto, per valutare il reale interessamento delle acque sotterranee per il futuro, l’Als 13 ha chiesto all’Arpav un controllo costante delle acque in corrispondenza di due pozzi, situati uno a monte e l’altro a valle della discarica. Ovviamente, a queste condizioni, il divieto di utilizzo dell’acqua permane fino a nuove disposizioni. -Filippo De Gaspari
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