Quale futuro possiamo progettare per la nostra città? Idee, proposte, progetti dei cittadini per un nuovo modo di vivere la nostra città.
domenica 3 ottobre 2010
Credete nelle coincidenze? Io no!
sabato 4 settembre 2010
Arsenico e ammoniaca oltre i limiti A Fornase la pattumiera dei veleni
Al seguito di una richiesta d'informazione inoltrata al Comune di Spinea in merito alle caratteristiche della nuova piazza di S. Bertilla, ho chiesto chiarimenti anche sul perché si permettesse la realizzazione di parcheggio distruggendo parte del giardino di fronte la villa Ponci (scuola d'infanzia S. Giuseppe). Il comune ha risposto che:
Il progetto della nuova piazza di S. Bertilla non prevede la distruzione di parte del giardino della scuola materna parrocchiale per realizzare un parcheggio, in quanto l'area citata è esterna al perimetro dell'intervento urbanistico. Questo progetto fa parte invece di un intervento di rifacimento del sagrato della chiesa, quindi di proprietà privata, che sarà eseguito dall'amministrazione comunale in base a precedenti accordi con la Parrocchia, a completamento della costruzione della nuova piazza.
Il progetto è in fase avanzata ma non è ancora finanziato.
Ritengo terrificante che l'amministrazione esegua (a proprie spese?!? quindi a spese della cittadinanza!) su proprietà privata (della parrocchia) in base ad accordi (quali?) un intervento devastante per realizzare un parcheggio davanti al prospetto principale di una villa veneta del XVIII secolo, distruggendone parte del giardino e facendo si che la visuale sulla villa sia perennemente deturpata dalle auto posteggiate davanti la sua facciata in stile classico.
Invece di fare l'ennesimo parcheggio (in zona di certo non mancano: dietro la chiesa ed all'albergo, e molti posti auto sono stati realizzati nella lottizzazione del PN18), si dovrebbe invece riqualificare l'area verde e dare maggiore dignità ad un edificio che pur non di estrema importanza, costituisce comunque una delle poche memorie storiche della nostra città ancora sufficientemente intatta.
Per esempio, l’Istituto Regionale per le Ville Venete intende attribuire misure di sostegno, a fondo perduto, ai sensi dell'art. 113 del D.Lgs 42/2004, finalizzate a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale costituito dalle Ville Venete e assicurarne le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica. In tal senso c'è un bando di concorso:
Bando 2010 Finanziamenti per interventi di riqualificazione di contesti di Villa. Misure di sostegno a fondo perduto
Sembra invece che, quello dei Ponci sia un nome ed un destino (pensate alla fine fatta dal parco di villa Ponci a Mestre) per non parlare di quanto è successo al parco di villa del Maino (ora piazza Fermi). Questo ennesimo scempio DEVE ESSERE IMPEDITO!
Invito pertanto tutte le persone di buona volontà che condividono l'idea che non sia possibile perpetrare un ulteriore simile scempio di far sentire sin d'ora la propria voce inviando un messaggio all'indirizzo del sindaco
Spett. signor Sindaco
al parcheggio davanti Villa Ponci (scuola d'infanzia S. Giuseppe) dico: NO, grazie!
lunedì 23 agosto 2010
Mentre c'è chi discute di nuove elezioni e pensa solamente a salvaguardare i propri interessi (e mi riferisco tanto alla dx che alla sx, perchè sappiamo benissimo che una mano lava l'altra) noi dobbiamo occuparci di tempi più concreti.
Sicuramente non possiamo pensare a come risolvere la crisi finanziaria ed i problemi economici delle famiglie italiane, di quelle migliaia e migliaia di persone che in questo periodo sono, loro malgrado, disoccupati o cassaintegrati, di loro poco si parla, anzi meno se ne parla e meglio è.
Restiamo sui nostri temi locali, quelli su cui abbiamo, in qualche modo, la capacità di discutere e speriamo d'intervenire. Facciamo un punto della situazione ...
LA STRADA FOLLE (Parte Seconda)
Per il momento tutto tace (e questo è un bene ma è anche meglio non abbassare la guardia). La prima parte della strada folle doveva vedere l'inizio dell a sua opera tra giugno e luglio, ma stante l'intervento del Comitato Viabilità non vi è ancora traccia dell'inizio dell'opera (quindi senza prima parte non ci sarà neanche la seconda), ma non credo che la cosa finirà qui, almeno finchè non sarà definito una piano di viabilità alternativo e più sostenibile per il ns. territorio.
LA NON PIAZZA DI S. BERTILLA e l’abbattimento degli alberi della Ex scuola Pascoli
Anche qui è tutto fermo, la posa della prima pietra della piazza è annunciata per il 4 di settembre 2010, oltre un anno e mezzo dopo l'abbattimento della vecchia scuola Pascoli fatto in pompa magna a ridosso delle elezioni amministrative del comune di Spinea (guarda caso)
Speriamo vi sia il modo di migliorare il progetto, pensando alla pedonabilizzazione dell'area, ma anche alla salvaguardia degli alberi, alla interconnessione della pista ciclabile di via Gioberti e da viale S.Remo con quella di via Roma e magari si rieca ad impedire che vengano costruite le tre palazzine previste praticamente a ridosso della villa Tozzi.
LA DISCARICA DI VIA PRATI - un problema, una soluzione.
Nonostante il parere positivo della VIA Regionale tutto ancora giace fermo sul tavolo del consiglio Regionale e a fronte degli ultimi avvenimenti si spera in una soluzione del problema che non comporti la riapertura della discarica, soprattutto visti i dati realivi all'inquinamento della falda idrica che ha comportato l'ordinanza comunale di divieto dell'utilizzo dell'acqua . In questo senso è positivo l'accoglimento del progetto di parco fotovoltaico da parte dell'amministrazione. La battaglia continua ...
I VELENI DI SPINEA
Restando sul solco della ferita aperta dall'argomento precedente continuiamo a domandarci:
- a quando la bonifica dell'ex discarica di via Luneo?
- i livelli di inquinamento del forno crematorio del cimitero di Spinea sono un pericolo per la salute ? Ricordiamo che mancano valori soglia di riferimento in materia, ciò significa che non c'è una normativa che assicuri che l'impianto sia sicuro, ma nemmeno il contrario.
- Con l'aumento del traffico sul passante c'è chi giustamente si lamenta della mancaza della mitigazioni ambientali; il rumore è il principale imputato, anch'esso è una forma di inquinamento, contro cui si può combattere con le mitigazioni ambientali e barriere, ma con l'avvicinarsi della stagione invernale che con le sue condizioni favorisce l'accumulo delle polveri sottili PM10 il problema più insidioso sarà l'inquinamento atmosferico. Soprattutto su questo fronte mancano risposte.
Molto ancora si potrebbe dire, per esempio in tema di utilizzo di energie rinnovabili negli edifici pubblici, viabilità e mobilità sostenibile, gestione del territorio ecc... Troveremo il modo di parlarne su questo blog e su:
MeetUp de iGrilli per Spinea a 5 Stelle
Comitato Difesa Ambiente & Territorio di Spinea
Comitato Viabilità Spinea
lunedì 17 maggio 2010
I VELENI DI SPINEA
Purtroppo sono mancate le risorse fisiche ed anche il meteo non era molto favorevole, quindi, purtroppo, abbiamo perso questa occasione.
Pubblico qui di seguito il materiale che avevamo preparato per il ns. gazebo il cui tema era appunto "I VELENI DI SPINEA": LA DISCARICA TOSSICA DELLE EX-CAVE IN VIA LUNEO SPINEA
Tra il 1980 ed il 1986 l’area è utilizzata dalla cooperativa SAN GIUSTO come discarica, l’autorizzazione rilasciata faceva riferimento al solo conferimento di inerti ma dalle indagini eseguite sono stati rilevati alti livelli d’inquinamento da idrocarburi, diossine e vari metalli pesanti.
Il caso esplode nell’estate del 2004 con un’interrogazione urgente presentata dall’allora consigliere comunale di Mirano Luigi Corò, a seguito di una denuncia partita con la segnalazione di un abitante della zona, 37 anni, colpito da tumore, che ha visto morire dello stesso male gli altri tre amici con i quali da ragazzo andava a giocare in quella cava.
… Decine di camion arrivarono anche dall’area industriale di Mantova per gettare fanghi nella discarica delle cave di Luneo. E’ tutto nero su bianco, nei documenti conservati negli archivi dell’Asl 13 … A testimoniare l’arrivo dei fanghi industriali c’è un documento della Provincia di Mantova, datato 14 maggio 1986, in cui sono registrate le tonnellate e tonnellate di fanghi arrivati nel corso dell’anno dall’Icip, l’Industria chimica italiana del petrolio… Pur essendo vero che a partire dal 1984 il Pei (Piattaforma ecologica industriali) ha goduto dell’autorizzazione regionale temporanea per il trattamento di rifiuti speciali, secondo il consigliere comunale, Luigi Corò, che ha recuperato i documenti nell’archivio dell’Asl 13, «quella cava non poteva accogliere rifiuti speciali perché priva del fondo di argilla che avrebbe garantito l’isolamento dalla falda, come dimostra uno studio realizzato dalla ditta Tecnogeo per conto della cooperativa a inizio anni ottanta».
La Nuova di Venezia — 05 maggio 2005 pagina 29 sezione: PROVINCIA
Con Deliberazione della Giunta Regionale N. 1133 del 18 marzo 2005 è assegnata al Comune di Spinea la somma di Euro 500.000,00 quale finanziamento destinato alla realizzazione degli interventi di bonifica sull'area denominata ex discarica di Via Luneo.
Avviati a Spinea (Venezia) i lavori di bonifica dell'ex cava di Via Luneo
Hanno preso avvio, nel Comune di Spinea, i lavori di bonifica dell’ex cava di via Luneo. L’intervento è articolato in due fasi successive, la prima delle quali prevede l’esecuzione di specifiche indagini di tipo geofisico per l’individuazione di sostanze inquinanti, mentre la seconda prevede la bonifica e la messa in sicurezza dell’area. Per questi interventi, che rientrano nel progetto di monitoraggio del territorio regionale per l’individuazione di siti inquinati, la Regione ha stanziato un finanziamento complessivo di € 544.700, di cui 44.700 euro a favore del magistrato alle Acque per le indagini geofisiche e 500 mila euro al Comune di Spinea per le bonifiche e la messa in sicurezza dell’area dell’ex cava.
“Con questo intervento - sottolinea l’Assessore regionale all’Ambiente, Giancarlo Conta, relatore del provvedimento - contiamo di fare chiarezza sulle possibili connessioni tra la discarica e il verificarsi dei casi di neoplasie segnalate ripetutamente dalla stampa. Mi auguro che tali risposte giungano al più presto, per passare poi alla fase di bonifica del sito”.
Mondo Agricolo Veneto (1 febbraio 2006 - anno VIII - n. 3).
Ed i risultati arrivano: le indagini epidemiologiche non sono riuscite a dimostrare un nesso tra le morti per tumore avvenute negli anni nell’area circostante la discarica (ma nemmeno hanno potuto escludere a priori il contrario).
… «Non è stato possibile risalire a un particolare inquinante che possa essere correlato in modo certo a una delle patologie» … si chiude così la relazione condotta dal Dipartimento di prevenzione dell’Asl 13 guidato da Flavio Valentini
la Nuova di Venezia — 29 dicembre 2006 pagina 31 sezione: PROVINCIA.
Risulta eseguito il piano di caratterizzazione del sito inquinato:
Dal Curriculm Vitae dell’ing. Mauro Gallo (n°3834 Ordine degli Ingegneri della Provincia di Venezia) pubblicato nel suo sito web risulta un Piano di Caratterizzazione del sito denominato "Discarica di via Luneo" situato nel comune di Spinea, per il quale sarebbe è stata eseguita la redazione dei disciplinari tecnici per le diverse attività di indagine ambientale, dei relativi capitolati d'appalto e dei computi metrici estimativi (importo attività € 210'000,00).
Purtroppo però a tutt’oggi ci troviamo di fronte ad un problema ancora irrisolto. L’inquinamento dell’area resta e le bonifiche vere e proprie non sono ancora iniziate, anzi, non sono nemmeno ancora finanziate:
CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
VENEZIA 05 febbraio 2010 - Il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Pietrangelo Pettenò ha presentato un'interrogazione alla Giunta per conoscere "se e quali misure siano state disposte per la bonifica delle ex cave di via Luneo tra i comuni di Mirano e Spinea (VE) e se esistano delle omissioni da parte degli enti locali preposti alla salvaguardia dell'ambiente e alla tutela della salute pubblica dei cittadini". Ogni dubbio è lecito - precisa il consigliere - visto che la Giunta regionale ha bocciato un nostro emendamento che intendeva destinare 2.000.000 di euro alla provincia di Venezia per la bonifica del sito". "In queste ex cave - spiega Pettenò - sono stati scaricati negli anni ottanta fanghi di depuratori industriali e rifiuti solidi urbani provenienti da Porto Marghera e delle analisi hanno confermato che nel terreno sono presenti diossina, benzene, zinco e arsenico in grandi quantità, tanto che la magistratura ne aveva disposto il sequestro giudiziario".
UNA DISCARICA DA RIAPRIRE AD OGNI COSTO?
L’ex discarica autorizzata cat. 2/B sita in loc. Prati di Spinea risulta chiusa da circa 10 anni, ma presenta un problema crescente di produzione di percolato. Allo stato attuale la società Ecoveneta S.p.A. che ha in gestione l’impianto è investita dell’onere di prelevare e smaltire la produzione di percolato (gestione post – mortem), frutto evidente di una non ottimale copertura del sito.
La società Ecoveneta S.p.A. per dare una soluzione definitiva al problema che comporta per altro un ingente spesa economica, in data 10 luglio 2008, ha provveduto al deposito presso l’Unità Operativa Tutela dell’Ambiente di copia del progetto e del relativo Studio di Impatto Ambientale per la realizzazione della messa in sicurezza definitiva e contestuale adeguamento del sistema di ricopertura finale con rifiuti inerti della ex discarica.
Il progetto in parola consiste nella copertura e riprofilatura della discarica esistente con rifiuti inerti quali, a titolo d’esempio, fanghi di dragaggio, terre e rocce da scavo, fanghi provenienti da attività di bonifica dei terreni, compost fuori specifica per una capacità complessiva di circa 115.000 mc ed un aumento della quota finale fino a 3,5-4 m rispetto alle quote attuali il cui colmo è di 8 m.
Il progetto presente alcuni problemi:
1°- l’area è soggetta a vincolo ambientale per la presenza del canale Menegon.
2°- Ecoveneta non dice nulla rispetto all’eventuale copertura finanziaria del contributo spettante ai comuni.
3°- sul piano urbanistico va rilevato che l’abitato, la strada e la ferrovia sono molto vicini;
Ci sono inoltre questioni tecniche; aggiungere altri 115 mila metri cubi di rifiuto inerte sulla discarica di rifiuti speciali già esistente potrebbero compromettere la stabilità del fondo e della riva del Menegon (cit. vicesindaco Busatta) a ciò si aggiunge il fatto che gli inerti posti al di sopra dei rifiuti speciali, senza alcuna opportuna divisione, determinerebbero a tutti gli effetti un’ulteriore discarica di rifiuti speciali, il che richiederebbe un nuovo iter.
Inoltre è bene ricordare che questa discarica nata nel 1991 è sorta nel comune di Spinea e solo i cittadini di quest’ultimo sono stati a suo tempo interessati dalle consultazioni. Ma la discarica è esattamente al confine con il comune di Mira ed anzi le abitazioni più vicine sono quelle del comune della Riviera che quindi risulta coinvolta a pieno titolo nelle scelte che si verranno a determinare.
ULTIMA ORA: causa le piogge di questi giorni …
...ai confini con il comune di Spinea dove è avvenuto un crollo. «L’argine del canale Menegon - spiega il consigliere provinciale Guerrino Palmarini - è franato in tre punti. L’argine è a ridosso della discarica di via Prati che si vuole autorizzare.
La Nuova Venezia - 14 maggio 2010 — pagina 29 — sezione: PROVINCIA
UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA E’ POSSIBILE?
Vedi Post: DISCARICA VIA PRATI. UN PROBLEMA, UNA SOLUZIONE
Avrebbero dovuto seguire:
PASSANTE DI MESTRE ... INQUINAMENTO A SPINEA
FORNO CREMATORIO ... CARI ESTINTI, NOI VI RESPIRIAMO
Su quest'ultimo punto è bene far presente che l'amministrazione in seguito alla segnalazione dell'ARPAV ha richiesto di confrontarsi sui dati (vedi art. NV), l'esito di questo confronto non è stato certo incoraggiante (vedi art. NV); di fatto non esistendo una normativa di riferimento non si può affermare che il forno sia di per se pericoloso, MA NEMMENO SI PUO' SOSTENERE IL CONTRARIO!
martedì 11 maggio 2010
La discarica di via Prati - un problema, una soluzione.
L’ex discarica autorizzata cat. 2/B sita in loc. Prati di Spinea risulta chiusa da circa 10 anni, ma presenta un problema crescente di produzione di percolato. Allo stato attuale la società Ecoveneta S.p.A. che ha in gestione l’impianto è investita dell’onere di prelevare e smaltire la produzione di percolato (gestione post – mortem), frutto evidente di una non ottimale copertura del sito.
3. Un discreto ritorno economico e d’immagine dall’operazione per l’ente attuatore;
«Si sta cercando di sfruttare la superficie di queste discariche, inutilizzabile per altri scopi, per l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica – spiega Dalla Vecchia – L’investimento iniziale è molto consistente, ma consentono, attraverso la vendita dell’energia alla rete nazionale e sfruttando gli incentivi governativi, di ammortizzare l’investimento in un tempo di circa 10 anni, coprendo contemporaneamente le spese di gestione post operativa della discarica, e di ricavare un utile per almeno i 10 anni successivi, oltre a garantire una riduzione nelle emissioni di CO2 e contribuire al fabbisogno energetico nazionale». Sul tavolo, ad oggi, c’è uno studio di fattibilità per la discarica di Noale dove è previsto un investimento di circa 5 milioni di euro e si sta ragionando anche su quella di Ca’ Perale nel comune di Mirano. «Altre discariche di rifiuti urbani potenzialmente interessate potrebbero essere quelle di Portogruaro e Chioggia – conclude Dalla Vecchia – insieme a quella di San Liberale a Marcon attualmente interessata da un intervento di messa in sicurezza di emergenza».
Il Businnes Plan svilluppato evidenzia (sulla base dei dati disponibili) la convenienza dell'opera:I ricavi, pur essendo abbastanza cospicui nei primi 15 anni di vita dell'impianto, sono ovviamenti viziati dalla rata di rimborso del leasing da sostenere per finaziare in toto l'opera, ma dato che la produzione energetica è incentivata per 20 anni con il contributo del GSE, negli ultimi 5 anni questi produce guadagni considerevolmente alti.
E' inoltre importate considerare il notevelo beneficio ambientale che comporta la realizzaizone del suddetto impianto in termini di risparmio di emissioni di CO2 nell'atmosfera (si ricorda che la maggior parte della produzione di energia elettrica nazionale è affidata alle centrali a turbogas, gasolio e carbone - solo una parte è coperta dagli impianti idroelettrici ed altre fonti).
Ora la questione è nella mani della politica e (speriamo) dell'intelligenza degli imprenditori.
giovedì 22 aprile 2010
Una proposta per cambiare rotta
martedì 13 aprile 2010
La NON PIAZZA di S. Bertilla e l’abbattimento degli alberi della Ex scuola Pascoli
Ogni paese o città che si rispetti ha conosciuto lo sviluppo grazie all’interagire delle persone che l’hanno abitata, che l’hanno vissuta e difesa a pieno in nome dell’appartenenza comune.
Questo fermento di idee e di opinioni, inteso come momento di crescita culturale e spirituale, ha avuto luogo nelle piazze, solitamente situate nei centri storici, luoghi centrali e punti strategici delle città, accomunati da determinate caratteristiche architettoniche.
Come afferma l'arch. Boeri in un articolo di “Repubblica” datato 22 ottobre 2004, infatti, “una piazza storica italiana deve essere un mondo fisicamente compiuto, architettonicamente definito, chiuso[…] circondato da una compatta corona di edifici”, un luogo pubblico, insomma, ma allo stesso tempo intimo, dove l’individuo si sente libero di esprimersi, ma anche protetto nella sua personalità, dal rumore e dalla vita frenetica della città.
La piazza rappresenta quindi un’oasi di pace nel bel mezzo del caos cittadino.
Quindi, è chiaro il motivo per cui quella di S. Bertilla è una NON PIAZZA, non può e non potrà mai definirsi tale, dato che nel suo bel mezzo passeranno le 30.000 auto che ogni giorno transitano su via Roma! Non una piazza, bensì una camera a gas.
Veniamo poi all’aspetto ecologico/ambientale di questa operazione. Per fare posto a questa non piazza si è abbattuta la vecchia scuola Pascoli, e fin qui ci si può anche stare, ma un progetto serio, moderno, avrebbe dovuto tenere in considerazione l’ambiente circostante e cercare una collocazione ecocompatibile, inserito nel contesto naturale circostante com’è nell’orientamento di tutta l’architettura attuale o perlomeno in quella dei paesi civilmente avanzati.
Nella fattispecie la vecchia scuola, alle sue spalle, possiede una discreta superficie a prato, delimitato da 16 grandi alberi, tigli e carpini di 50-60 anni d’età. Hanno ben dire i responsabili del progetto, quando replicano che a fronte degli alberi abbattuti ne verranno piantati di nuovi, forse però non hanno ben presente quanti nuovi piccoli alberi di 2-3 anni d’età si dovrebbero piantare per sopperire ad uno solo di quelli che si vorrebbero abbattere.
Attenzione inoltre che a ben vedere il cartellone del progetto installato nell’area in oggetto, non sono solo gli alberi dell’ex scuola Pascoli ad essere in pericolo, ma anche i cedri e l’abete azzurro e gli altri alberi di parte del giardino dell’asilo di fronte ed a lato della chiesa di S. Bertilla, perché al loro posto è previsto un bel parcheggio! Solo la magnolia viene preservata.
Per vedere tutto il progetto vai al sito del CentroSpinea
Le specie vegetali - è risaputo - hanno la straordinaria capacità di ripulire l’aria dall’anidride carbonica attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana, ma forse non tutti sanno che anche esse contemporaneamente contribuiscono (in modo naturale) all’inquinamento dell’atmosfera.
Il profumo che le piante rilasciano, infatti, è generato dall’emissione di VOC (Composti Organici Volatili), di varia natura.
Una recente ricerca condotta dall’IBIMET dell'Istituto di Biometeorologia del CNR (BO) e il Centro Servizi per il Florovivaismo (MN) ha stilato la lista delle piante più salutari per l’atmosfera, quelle cioè che, grazie alle loro particolari caratteristiche fisiologiche e morfologiche, catturano moltissima anidride carbonica ed emettono pochissimi VOC.
Le prime tre piante sono: l'orniello , i biancospino e il tiglio.
Un singolo tiglio assorbe circa 36 kg di CO2 in un anno.
Si pensi che il valore medio delle emissioni di CO2 di un’auto di nuova fabbricazione è pari a:
- da 205 a 200 g/km per vetture a benzina;
- da 167 a 165 g/km per quelle a gasolio
- da 154 a 152 g/km per quelle a Gpl.
Da questi pochi numeri, coscienti del grande volume di traffico che transita ogni giorno su via Roma, è facilmente intuibile l'importanza che questi alberi hanno per la salute degli abitanti di quest’area e costituiscono inoltre una possente barriera naturale al rumore ed alle polveri, soprattutto proprio a favore del nuovo quartiere sorto alle spalle della scuola.
Di questo problema si sta interessando il Comitato Difesa Ambiente e Territorio di Spinea (vedi il loro progetto)
Note:
Per quanto riguarda gli alberi ce ne sono due categorie o classi , la 1 che comprende i frassini, i tigli e gli ippocastani che assorbono circa 19 Kg di CO" all'anno e 36 chili dopo 10 anni. E la classe 2 di cui fanno parte gli aceri, i bagolari, i lecci che assorbono 34 Kg di anidride carbonica se sono sotto i sette anni e 65 Kg se sono di oltre 10 anni di età.
sabato 3 aprile 2010
venerdì 2 aprile 2010
LA STRADA FOLLE PARTE SECONDA
E’ IMPORTANTE PARLARNE ORA, ONDE EVITARE D’ESSERE ADDITATI COME I SOLITI RITARDATARI CHE LAMENTANO UN PROBLEMA SOLO QUANDO ORMAI E’ TROPPO TARDI PER POTER TORNARE INDIETRO.
Sintetizziamo la Strada Folle (punto 1)
Nelle intenzioni dovrebbe essere una strada urbana di scorrimento, un lungo nastro d’asfalto destinato ad attraversare le aree rurali ed a verde per attrezzature sportive a sud del Villaggio “dei fiori”. La strada si innesta in rotatoria (diametro di mt. 44) su via martiri e rotatoria ovale (mt 42x88) su via Capitanio.
Si vuole motivare la realizzazione di questa strada con la necessità di dare uno sbocco al traffico dei residenti dell’area residenziale a sud del Villaggio dei Fiori e per il futuro PN16 ma, soprattutto, per sgravare dal traffico via Roma (non si capisce come).
Si noti innanzi tutto come il PRG preveda anche la realizzazione di un collegamento (punto 2) tra viale Viareggio, via Rimini, via Palestro e via Solferino, che servirà a convogliare il traffico sulla nuova rotatoria di via Capitanio. Una frazione di questo futuro collegamento è già stata realizzata con le recenti lottizzazioni.
Appare fin troppo evidente che il traffico, una volta convogliato sulla nuova rotonda di via Capitanio e che prevalentemente si dirige verso Venezia (Mestre, Marghera), difficilmente opterà per tornare indietro (di quasi un Km) rispetto la direzione di marcia, per utilizzare la Strada Folle e dirigersi sulla SP81; più facilmente percorrerà via Capitanio in direzione Fornase, oppure in direzione via Roma, gravando così ulteriormente questa strada, già sotto dimensionata per il traffico attuale e non riducendo in alcun modo il traffico su via Roma, se non per quella quota di traffico residenziale che dal Villaggio dei Fiori si riversa in via Roma da viale Sanremo e da Via Mion per andare in direzione di Mestre. Per lo stesso motivo chi dall’area sud del Villaggio desiderasse dirigersi verso Mirano, difficilmente imboccherebbe la strada in direzione via Capitanio, ma utilizzerebbe la viabilità esistente in direzione via Martiri e da questa sulla SP81.
E’ pertanto evidente che, finché non sarà realizzato il secondo tratto della Strada Folle, il collegamento Capitanio-Matteotti, questa soluzione di viabilità rischia non solo di non alleviare per nulla o quasi il traffico su via Roma ma, anzi, di causare un ulteriore forte aggravio su via Capitanio e, date le caratteristiche della strada, un conseguente aumento dei rischi inerenti la sicurezza stradale (via Capitanio ha carreggiate ridotte con fossati ai lati, è priva di marciapiedi, guard-rail e pista ciclabile, presenta curve pericolose ed un limite di velocità di 30 Km/h).
La prosecuzione con il collegamento via Capitanio/Matteotti richiede il passaggio sui terreni privati tra il civ. 109 ed il civ. 111 di via Capitanio (punto 3). Per realizzare una sede stradale che, se delle stesse dimensioni del tratto Martiri/Capitanio già progettato, sarà necessario far passare a pochi metri dalle abitazioni esistenti con probabile deroga alle distanze dei fabbricati dal ciglio stradale.
E’ inoltre singolare la doppia curva con cui si permette alla strada un’ampia deviazione sui terreni (ora agricoli) a sud delle abitazioni di via Cici. Non appare chiaro perché non si possa utilizzare il sedime della strada bianca esistente (punto 4), adeguandola ed ampliandola sui terreni liberi a nord delle abitazioni e completare il collegamento proseguendo su via Betlemme. E’ inoltre perfettamente fattibile la realizzazione di una rotatoria sull’innesto in via Matteotti data la disponibilità proprio fronte via Betlemme di un terreno libero ed incolto attualmente utilizzato come isola ecologica e parcheggio non regolamentato.
Questa soluzione potrebbe inoltre permettere in futuro un collegamento diretto verso via Bennati con un raccordo dalla nuova rotatoria alla metà circa di via D’Annunzio il che consentirebbe una migliore fluidità e sicurezza del traffico eliminando la stretta e pericolosa svolta ad angolo retto da via Matteotti su via D’Annunzio.
Le proposte quindi dovrebbero sono nell’ordine di progressione degli interventi:
- Non realizzare la Strada Folle parte prima Martiri/Capitanio (in quanto evidentemente inutile costituirebbe uno spreco di preziose risorse economiche meglio utilizzabili per altri interventi di messa in sicurezza ed adeguamento delle strade esistenti).
- Predisporre la nuova viabilità di via Cici e collegamento Capitanio-Cici-Betlemme-Matteotti e rotatoria Matteotti (costi a cura degli attuatori del PN16, intervento preventivo alla realizzazione del PN); Vengano pertanto salvaguardati i terreni agricoli a sud. Questo intervento andrebbe previsto quanto prima per sgravare dal traffico via Capitanio.
- Completare il collegamento previsto in PRG tra viale Viareggio, via Rimini, via Palestro e via Solferino (punto 2 - in modo da dirigere il traffico verso via Matteotti-Bennati evitando via Capitanio).
- Realizzare rotatoria di dimensioni più ridotte su via Capitanio alla connessione delle varie strade.
- Senza il collegamento Martiri-Capitanio si eviterà di convogliare traffico esterno non residenziale dalla SP81 entro l’area urbana di Spinea, si favorirebbe invece la circolazione esterna che costituisce l’unico modo per evitare l’intasamento veicolare delle aree centrali, in poche parole il traffico non residenziale deve passare esternamente al centro della città.
- Con la realizzazione di un razionale collegamento da viale Viareggio alla via Matteotti si potrà indirizzare il traffico dall’area residenziale sud del Villaggio dei Fiori e futuro PN16 su un percorso parallelo a via Roma sgravandola per quanto poco dal traffico dei residenti, che una volta convogliato su via Matteotti potrà dirigersi sia verso via Roma (per via Bennati) sia verso la SP81 (per via Fornase) evitando di gravare su via Capitanio. Ulteriori interventi quali l’innesto diretto di via Bennati sulla rotonda della stazione (già previsto) ed un diverso innesto di via Fornase sulla SP81 avranno lo scopo di fluidificare il traffico e ridurre l’impatto sui residenti.
- Si riducono le superfici stradali, in questo modo si salvaguarda il territorio, le aree agricole e verdi che costituiscono il nostro unico baluardo a contrasto dei sempre più crescenti effetti deleteri dell’inquinamento che riceviamo dalla grandi strade che circondano il centro urbano della città, inoltre meno strade significa anche un risparmio economico sui costi di gestione e manutenzione di queste infrastrutture che ricadono su tutta la collettività.
Il progetto potrebbe poi proseguire con la valorizzazione delle aree verdi, con la costituzione di un parco pubblico diffuso (punti 5) da via Martiri a via Matteotti con la possibilità di proseguire oltre in direzione via Bennati e collegarsi con le aree verdi e forte Sirtori al Graspo D’Uva e da lì fino alla via Oriago, con un sistema di piste ciclabili e sentieri pedonali (punti 6); si tratterebbe di un vero e proprio corridoio verde a sud della città che andrebbe poi a completarsi con il parco fluviale del rio Cimetto (punto 7), che potrebbe essere esteso lungo la fascia di rispetto ambientale del rio (punto 8), valorizzando gli edifici rurali tipici presenti (vincolati - punti 9) e non, completandosi con le aree boschive previste nel PAT (se sarà mantenuta questa impostazione) e costituendo così un’unica vasta area verde.