

Quale futuro possiamo progettare per la nostra città? Idee, proposte, progetti dei cittadini per un nuovo modo di vivere la nostra città.
Purtroppo sono mancate le risorse fisiche ed anche il meteo non era molto favorevole, quindi, purtroppo, abbiamo perso questa occasione.
Pubblico qui di seguito il materiale che avevamo preparato per il ns. gazebo il cui tema era appunto "I VELENI DI SPINEA": LA DISCARICA TOSSICA DELLE EX-CAVE IN VIA LUNEO SPINEA
Tra il 1980 ed il 1986 l’area è utilizzata dalla cooperativa SAN GIUSTO come discarica, l’autorizzazione rilasciata faceva riferimento al solo conferimento di inerti ma dalle indagini eseguite sono stati rilevati alti livelli d’inquinamento da idrocarburi, diossine e vari metalli pesanti.
Il caso esplode nell’estate del 2004 con un’interrogazione urgente presentata dall’allora consigliere comunale di Mirano Luigi Corò, a seguito di una denuncia partita con la segnalazione di un abitante della zona, 37 anni, colpito da tumore, che ha visto morire dello stesso male gli altri tre amici con i quali da ragazzo andava a giocare in quella cava.
… Decine di camion arrivarono anche dall’area industriale di Mantova per gettare fanghi nella discarica delle cave di Luneo. E’ tutto nero su bianco, nei documenti conservati negli archivi dell’Asl 13 … A testimoniare l’arrivo dei fanghi industriali c’è un documento della Provincia di Mantova, datato 14 maggio 1986, in cui sono registrate le tonnellate e tonnellate di fanghi arrivati nel corso dell’anno dall’Icip, l’Industria chimica italiana del petrolio… Pur essendo vero che a partire dal 1984 il Pei (Piattaforma ecologica industriali) ha goduto dell’autorizzazione regionale temporanea per il trattamento di rifiuti speciali, secondo il consigliere comunale, Luigi Corò, che ha recuperato i documenti nell’archivio dell’Asl 13, «quella cava non poteva accogliere rifiuti speciali perché priva del fondo di argilla che avrebbe garantito l’isolamento dalla falda, come dimostra uno studio realizzato dalla ditta Tecnogeo per conto della cooperativa a inizio anni ottanta».
La Nuova di Venezia — 05 maggio 2005 pagina 29 sezione: PROVINCIA
Con Deliberazione della Giunta Regionale N. 1133 del 18 marzo 2005 è assegnata al Comune di Spinea la somma di Euro 500.000,00 quale finanziamento destinato alla realizzazione degli interventi di bonifica sull'area denominata ex discarica di Via Luneo.
Avviati a Spinea (Venezia) i lavori di bonifica dell'ex cava di Via Luneo
Hanno preso avvio, nel Comune di Spinea, i lavori di bonifica dell’ex cava di via Luneo. L’intervento è articolato in due fasi successive, la prima delle quali prevede l’esecuzione di specifiche indagini di tipo geofisico per l’individuazione di sostanze inquinanti, mentre la seconda prevede la bonifica e la messa in sicurezza dell’area. Per questi interventi, che rientrano nel progetto di monitoraggio del territorio regionale per l’individuazione di siti inquinati, la Regione ha stanziato un finanziamento complessivo di € 544.700, di cui 44.700 euro a favore del magistrato alle Acque per le indagini geofisiche e 500 mila euro al Comune di Spinea per le bonifiche e la messa in sicurezza dell’area dell’ex cava.
“Con questo intervento - sottolinea l’Assessore regionale all’Ambiente, Giancarlo Conta, relatore del provvedimento - contiamo di fare chiarezza sulle possibili connessioni tra la discarica e il verificarsi dei casi di neoplasie segnalate ripetutamente dalla stampa. Mi auguro che tali risposte giungano al più presto, per passare poi alla fase di bonifica del sito”.
Mondo Agricolo Veneto (1 febbraio 2006 - anno VIII - n. 3).
Ed i risultati arrivano: le indagini epidemiologiche non sono riuscite a dimostrare un nesso tra le morti per tumore avvenute negli anni nell’area circostante la discarica (ma nemmeno hanno potuto escludere a priori il contrario).
… «Non è stato possibile risalire a un particolare inquinante che possa essere correlato in modo certo a una delle patologie» … si chiude così la relazione condotta dal Dipartimento di prevenzione dell’Asl 13 guidato da Flavio Valentini
la Nuova di Venezia — 29 dicembre 2006 pagina 31 sezione: PROVINCIA.
Risulta eseguito il piano di caratterizzazione del sito inquinato:
Dal Curriculm Vitae dell’ing. Mauro Gallo (n°3834 Ordine degli Ingegneri della Provincia di Venezia) pubblicato nel suo sito web risulta un Piano di Caratterizzazione del sito denominato "Discarica di via Luneo" situato nel comune di Spinea, per il quale sarebbe è stata eseguita la redazione dei disciplinari tecnici per le diverse attività di indagine ambientale, dei relativi capitolati d'appalto e dei computi metrici estimativi (importo attività € 210'000,00).
UNA DISCARICA DA RIAPRIRE AD OGNI COSTO?
L’ex discarica autorizzata cat. 2/B sita in loc. Prati di Spinea risulta chiusa da circa 10 anni, ma presenta un problema crescente di produzione di percolato. Allo stato attuale la società Ecoveneta S.p.A. che ha in gestione l’impianto è investita dell’onere di prelevare e smaltire la produzione di percolato (gestione post – mortem), frutto evidente di una non ottimale copertura del sito.
La società Ecoveneta S.p.A. per dare una soluzione definitiva al problema che comporta per altro un ingente spesa economica, in data 10 luglio 2008, ha provveduto al deposito presso l’Unità Operativa Tutela dell’Ambiente di copia del progetto e del relativo Studio di Impatto Ambientale per la realizzazione della messa in sicurezza definitiva e contestuale adeguamento del sistema di ricopertura finale con rifiuti inerti della ex discarica.
Il progetto in parola consiste nella copertura e riprofilatura della discarica esistente con rifiuti inerti quali, a titolo d’esempio, fanghi di dragaggio, terre e rocce da scavo, fanghi provenienti da attività di bonifica dei terreni, compost fuori specifica per una capacità complessiva di circa 115.000 mc ed un aumento della quota finale fino a 3,5-4 m rispetto alle quote attuali il cui colmo è di 8 m.
Il progetto presente alcuni problemi:
1°- l’area è soggetta a vincolo ambientale per la presenza del canale Menegon.
2°- Ecoveneta non dice nulla rispetto all’eventuale copertura finanziaria del contributo spettante ai comuni.
3°- sul piano urbanistico va rilevato che l’abitato, la strada e la ferrovia sono molto vicini;
Ci sono inoltre questioni tecniche; aggiungere altri 115 mila metri cubi di rifiuto inerte sulla discarica di rifiuti speciali già esistente potrebbero compromettere la stabilità del fondo e della riva del Menegon (cit. vicesindaco Busatta) a ciò si aggiunge il fatto che gli inerti posti al di sopra dei rifiuti speciali, senza alcuna opportuna divisione, determinerebbero a tutti gli effetti un’ulteriore discarica di rifiuti speciali, il che richiederebbe un nuovo iter.
Inoltre è bene ricordare che questa discarica nata nel 1991 è sorta nel comune di Spinea e solo i cittadini di quest’ultimo sono stati a suo tempo interessati dalle consultazioni. Ma la discarica è esattamente al confine con il comune di Mira ed anzi le abitazioni più vicine sono quelle del comune della Riviera che quindi risulta coinvolta a pieno titolo nelle scelte che si verranno a determinare.
ULTIMA ORA: causa le piogge di questi giorni …
...ai confini con il comune di Spinea dove è avvenuto un crollo. «L’argine del canale Menegon - spiega il consigliere provinciale Guerrino Palmarini - è franato in tre punti. L’argine è a ridosso della discarica di via Prati che si vuole autorizzare.
La Nuova Venezia - 14 maggio 2010 — pagina 29 — sezione: PROVINCIA
UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA E’ POSSIBILE?
Vedi Post: DISCARICA VIA PRATI. UN PROBLEMA, UNA SOLUZIONE
Avrebbero dovuto seguire:
PASSANTE DI MESTRE ... INQUINAMENTO A SPINEA
FORNO CREMATORIO ... CARI ESTINTI, NOI VI RESPIRIAMO
Su quest'ultimo punto è bene far presente che l'amministrazione in seguito alla segnalazione dell'ARPAV ha richiesto di confrontarsi sui dati (vedi art. NV), l'esito di questo confronto non è stato certo incoraggiante (vedi art. NV); di fatto non esistendo una normativa di riferimento non si può affermare che il forno sia di per se pericoloso, MA NEMMENO SI PUO' SOSTENERE IL CONTRARIO!
E' inoltre importate considerare il notevelo beneficio ambientale che comporta la realizzaizone del suddetto impianto in termini di risparmio di emissioni di CO2 nell'atmosfera (si ricorda che la maggior parte della produzione di energia elettrica nazionale è affidata alle centrali a turbogas, gasolio e carbone - solo una parte è coperta dagli impianti idroelettrici ed altre fonti).
Ora la questione è nella mani della politica e (speriamo) dell'intelligenza degli imprenditori.
Attenzione inoltre che a ben vedere il cartellone del progetto installato nell’area in oggetto, non sono solo gli alberi dell’ex scuola Pascoli ad essere in pericolo, ma anche i cedri e l’abete azzurro e gli altri alberi di parte del giardino dell’asilo di fronte ed a lato della chiesa di S. Bertilla, perché al loro posto è previsto un bel parcheggio! Solo la magnolia viene preservata.
Per vedere tutto il progetto vai al sito del CentroSpinea
Le specie vegetali - è risaputo - hanno la straordinaria capacità di ripulire l’aria dall’anidride carbonica attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana, ma forse non tutti sanno che anche esse contemporaneamente contribuiscono (in modo naturale) all’inquinamento dell’atmosfera.
Il profumo che le piante rilasciano, infatti, è generato dall’emissione di VOC (Composti Organici Volatili), di varia natura.
Una recente ricerca condotta dall’IBIMET dell'Istituto di Biometeorologia del CNR (BO) e il Centro Servizi per il Florovivaismo (MN) ha stilato la lista delle piante più salutari per l’atmosfera, quelle cioè che, grazie alle loro particolari caratteristiche fisiologiche e morfologiche, catturano moltissima anidride carbonica ed emettono pochissimi VOC.
Le prime tre piante sono: l'orniello , i biancospino e il tiglio.
Un singolo tiglio assorbe circa 36 kg di CO2 in un anno.
Si pensi che il valore medio delle emissioni di CO2 di un’auto di nuova fabbricazione è pari a:
- da 205 a 200 g/km per vetture a benzina;
- da 167 a 165 g/km per quelle a gasolio
- da 154 a 152 g/km per quelle a Gpl.
Da questi pochi numeri, coscienti del grande volume di traffico che transita ogni giorno su via Roma, è facilmente intuibile l'importanza che questi alberi hanno per la salute degli abitanti di quest’area e costituiscono inoltre una possente barriera naturale al rumore ed alle polveri, soprattutto proprio a favore del nuovo quartiere sorto alle spalle della scuola.
Di questo problema si sta interessando il Comitato Difesa Ambiente e Territorio di Spinea (vedi il loro progetto)
Note:
Si noti innanzi tutto come il PRG preveda anche la realizzazione di un collegamento (punto 2) tra viale Viareggio, via Rimini, via Palestro e via Solferino, che servirà a convogliare il traffico sulla nuova rotatoria di via Capitanio. Una frazione di questo futuro collegamento è già stata realizzata con le recenti lottizzazioni.
Appare fin troppo evidente che il traffico, una volta convogliato sulla nuova rotonda di via Capitanio e che prevalentemente si dirige verso Venezia (Mestre, Marghera), difficilmente opterà per tornare indietro (di quasi un Km) rispetto la direzione di marcia, per utilizzare la Strada Folle e dirigersi sulla SP81; più facilmente percorrerà via Capitanio in direzione Fornase, oppure in direzione via Roma, gravando così ulteriormente questa strada, già sotto dimensionata per il traffico attuale e non riducendo in alcun modo il traffico su via Roma, se non per quella quota di traffico residenziale che dal Villaggio dei Fiori si riversa in via Roma da viale Sanremo e da Via Mion per andare in direzione di Mestre. Per lo stesso motivo chi dall’area sud del Villaggio desiderasse dirigersi verso Mirano, difficilmente imboccherebbe la strada in direzione via Capitanio, ma utilizzerebbe la viabilità esistente in direzione via Martiri e da questa sulla SP81.
E’ pertanto evidente che, finché non sarà realizzato il secondo tratto della Strada Folle, il collegamento Capitanio-Matteotti, questa soluzione di viabilità rischia non solo di non alleviare per nulla o quasi il traffico su via Roma ma, anzi, di causare un ulteriore forte aggravio su via Capitanio e, date le caratteristiche della strada, un conseguente aumento dei rischi inerenti la sicurezza stradale (via Capitanio ha carreggiate ridotte con fossati ai lati, è priva di marciapiedi, guard-rail e pista ciclabile, presenta curve pericolose ed un limite di velocità di 30 Km/h).
La prosecuzione con il collegamento via Capitanio/Matteotti richiede il passaggio sui terreni privati tra il civ. 109 ed il civ. 111 di via Capitanio (punto 3). Per realizzare una sede stradale che, se delle stesse dimensioni del tratto Martiri/Capitanio già progettato, sarà necessario far passare a pochi metri dalle abitazioni esistenti con probabile deroga alle distanze dei fabbricati dal ciglio stradale.
E’ inoltre singolare la doppia curva con cui si permette alla strada un’ampia deviazione sui terreni (ora agricoli) a sud delle abitazioni di via Cici. Non appare chiaro perché non si possa utilizzare il sedime della strada bianca esistente (punto 4), adeguandola ed ampliandola sui terreni liberi a nord delle abitazioni e completare il collegamento proseguendo su via Betlemme. E’ inoltre perfettamente fattibile la realizzazione di una rotatoria sull’innesto in via Matteotti data la disponibilità proprio fronte via Betlemme di un terreno libero ed incolto attualmente utilizzato come isola ecologica e parcheggio non regolamentato.
Questa soluzione potrebbe inoltre permettere in futuro un collegamento diretto verso via Bennati con un raccordo dalla nuova rotatoria alla metà circa di via D’Annunzio il che consentirebbe una migliore fluidità e sicurezza del traffico eliminando la stretta e pericolosa svolta ad angolo retto da via Matteotti su via D’Annunzio.
Le proposte quindi dovrebbero sono nell’ordine di progressione degli interventi: