SPINEA: Progetto Futuro
Quale futuro possiamo progettare per la nostra città? Idee, proposte, progetti dei cittadini per un nuovo modo di vivere la nostra città.
domenica 3 ottobre 2010
Credete nelle coincidenze? Io no!
sabato 4 settembre 2010
Arsenico e ammoniaca oltre i limiti A Fornase la pattumiera dei veleni
Al seguito di una richiesta d'informazione inoltrata al Comune di Spinea in merito alle caratteristiche della nuova piazza di S. Bertilla, ho chiesto chiarimenti anche sul perché si permettesse la realizzazione di parcheggio distruggendo parte del giardino di fronte la villa Ponci (scuola d'infanzia S. Giuseppe). Il comune ha risposto che:
Il progetto della nuova piazza di S. Bertilla non prevede la distruzione di parte del giardino della scuola materna parrocchiale per realizzare un parcheggio, in quanto l'area citata è esterna al perimetro dell'intervento urbanistico. Questo progetto fa parte invece di un intervento di rifacimento del sagrato della chiesa, quindi di proprietà privata, che sarà eseguito dall'amministrazione comunale in base a precedenti accordi con la Parrocchia, a completamento della costruzione della nuova piazza.
Il progetto è in fase avanzata ma non è ancora finanziato.
Ritengo terrificante che l'amministrazione esegua (a proprie spese?!? quindi a spese della cittadinanza!) su proprietà privata (della parrocchia) in base ad accordi (quali?) un intervento devastante per realizzare un parcheggio davanti al prospetto principale di una villa veneta del XVIII secolo, distruggendone parte del giardino e facendo si che la visuale sulla villa sia perennemente deturpata dalle auto posteggiate davanti la sua facciata in stile classico.
Invece di fare l'ennesimo parcheggio (in zona di certo non mancano: dietro la chiesa ed all'albergo, e molti posti auto sono stati realizzati nella lottizzazione del PN18), si dovrebbe invece riqualificare l'area verde e dare maggiore dignità ad un edificio che pur non di estrema importanza, costituisce comunque una delle poche memorie storiche della nostra città ancora sufficientemente intatta.
Per esempio, l’Istituto Regionale per le Ville Venete intende attribuire misure di sostegno, a fondo perduto, ai sensi dell'art. 113 del D.Lgs 42/2004, finalizzate a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale costituito dalle Ville Venete e assicurarne le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica. In tal senso c'è un bando di concorso:
Bando 2010 Finanziamenti per interventi di riqualificazione di contesti di Villa. Misure di sostegno a fondo perduto
Sembra invece che, quello dei Ponci sia un nome ed un destino (pensate alla fine fatta dal parco di villa Ponci a Mestre) per non parlare di quanto è successo al parco di villa del Maino (ora piazza Fermi). Questo ennesimo scempio DEVE ESSERE IMPEDITO!
Invito pertanto tutte le persone di buona volontà che condividono l'idea che non sia possibile perpetrare un ulteriore simile scempio di far sentire sin d'ora la propria voce inviando un messaggio all'indirizzo del sindaco
Spett. signor Sindaco
al parcheggio davanti Villa Ponci (scuola d'infanzia S. Giuseppe) dico: NO, grazie!
lunedì 23 agosto 2010
Mentre c'è chi discute di nuove elezioni e pensa solamente a salvaguardare i propri interessi (e mi riferisco tanto alla dx che alla sx, perchè sappiamo benissimo che una mano lava l'altra) noi dobbiamo occuparci di tempi più concreti.
Sicuramente non possiamo pensare a come risolvere la crisi finanziaria ed i problemi economici delle famiglie italiane, di quelle migliaia e migliaia di persone che in questo periodo sono, loro malgrado, disoccupati o cassaintegrati, di loro poco si parla, anzi meno se ne parla e meglio è.
Restiamo sui nostri temi locali, quelli su cui abbiamo, in qualche modo, la capacità di discutere e speriamo d'intervenire. Facciamo un punto della situazione ...
LA STRADA FOLLE (Parte Seconda)
Per il momento tutto tace (e questo è un bene ma è anche meglio non abbassare la guardia). La prima parte della strada folle doveva vedere l'inizio dell a sua opera tra giugno e luglio, ma stante l'intervento del Comitato Viabilità non vi è ancora traccia dell'inizio dell'opera (quindi senza prima parte non ci sarà neanche la seconda), ma non credo che la cosa finirà qui, almeno finchè non sarà definito una piano di viabilità alternativo e più sostenibile per il ns. territorio.
LA NON PIAZZA DI S. BERTILLA e l’abbattimento degli alberi della Ex scuola Pascoli
Anche qui è tutto fermo, la posa della prima pietra della piazza è annunciata per il 4 di settembre 2010, oltre un anno e mezzo dopo l'abbattimento della vecchia scuola Pascoli fatto in pompa magna a ridosso delle elezioni amministrative del comune di Spinea (guarda caso)
Speriamo vi sia il modo di migliorare il progetto, pensando alla pedonabilizzazione dell'area, ma anche alla salvaguardia degli alberi, alla interconnessione della pista ciclabile di via Gioberti e da viale S.Remo con quella di via Roma e magari si rieca ad impedire che vengano costruite le tre palazzine previste praticamente a ridosso della villa Tozzi.
LA DISCARICA DI VIA PRATI - un problema, una soluzione.
Nonostante il parere positivo della VIA Regionale tutto ancora giace fermo sul tavolo del consiglio Regionale e a fronte degli ultimi avvenimenti si spera in una soluzione del problema che non comporti la riapertura della discarica, soprattutto visti i dati realivi all'inquinamento della falda idrica che ha comportato l'ordinanza comunale di divieto dell'utilizzo dell'acqua . In questo senso è positivo l'accoglimento del progetto di parco fotovoltaico da parte dell'amministrazione. La battaglia continua ...
I VELENI DI SPINEA
Restando sul solco della ferita aperta dall'argomento precedente continuiamo a domandarci:
- a quando la bonifica dell'ex discarica di via Luneo?
- i livelli di inquinamento del forno crematorio del cimitero di Spinea sono un pericolo per la salute ? Ricordiamo che mancano valori soglia di riferimento in materia, ciò significa che non c'è una normativa che assicuri che l'impianto sia sicuro, ma nemmeno il contrario.
- Con l'aumento del traffico sul passante c'è chi giustamente si lamenta della mancaza della mitigazioni ambientali; il rumore è il principale imputato, anch'esso è una forma di inquinamento, contro cui si può combattere con le mitigazioni ambientali e barriere, ma con l'avvicinarsi della stagione invernale che con le sue condizioni favorisce l'accumulo delle polveri sottili PM10 il problema più insidioso sarà l'inquinamento atmosferico. Soprattutto su questo fronte mancano risposte.
Molto ancora si potrebbe dire, per esempio in tema di utilizzo di energie rinnovabili negli edifici pubblici, viabilità e mobilità sostenibile, gestione del territorio ecc... Troveremo il modo di parlarne su questo blog e su:
MeetUp de iGrilli per Spinea a 5 Stelle
Comitato Difesa Ambiente & Territorio di Spinea
Comitato Viabilità Spinea
lunedì 17 maggio 2010
I VELENI DI SPINEA
Purtroppo sono mancate le risorse fisiche ed anche il meteo non era molto favorevole, quindi, purtroppo, abbiamo perso questa occasione.
Pubblico qui di seguito il materiale che avevamo preparato per il ns. gazebo il cui tema era appunto "I VELENI DI SPINEA": LA DISCARICA TOSSICA DELLE EX-CAVE IN VIA LUNEO SPINEA
Tra il 1980 ed il 1986 l’area è utilizzata dalla cooperativa SAN GIUSTO come discarica, l’autorizzazione rilasciata faceva riferimento al solo conferimento di inerti ma dalle indagini eseguite sono stati rilevati alti livelli d’inquinamento da idrocarburi, diossine e vari metalli pesanti.
Il caso esplode nell’estate del 2004 con un’interrogazione urgente presentata dall’allora consigliere comunale di Mirano Luigi Corò, a seguito di una denuncia partita con la segnalazione di un abitante della zona, 37 anni, colpito da tumore, che ha visto morire dello stesso male gli altri tre amici con i quali da ragazzo andava a giocare in quella cava.
… Decine di camion arrivarono anche dall’area industriale di Mantova per gettare fanghi nella discarica delle cave di Luneo. E’ tutto nero su bianco, nei documenti conservati negli archivi dell’Asl 13 … A testimoniare l’arrivo dei fanghi industriali c’è un documento della Provincia di Mantova, datato 14 maggio 1986, in cui sono registrate le tonnellate e tonnellate di fanghi arrivati nel corso dell’anno dall’Icip, l’Industria chimica italiana del petrolio… Pur essendo vero che a partire dal 1984 il Pei (Piattaforma ecologica industriali) ha goduto dell’autorizzazione regionale temporanea per il trattamento di rifiuti speciali, secondo il consigliere comunale, Luigi Corò, che ha recuperato i documenti nell’archivio dell’Asl 13, «quella cava non poteva accogliere rifiuti speciali perché priva del fondo di argilla che avrebbe garantito l’isolamento dalla falda, come dimostra uno studio realizzato dalla ditta Tecnogeo per conto della cooperativa a inizio anni ottanta».
La Nuova di Venezia — 05 maggio 2005 pagina 29 sezione: PROVINCIA
Con Deliberazione della Giunta Regionale N. 1133 del 18 marzo 2005 è assegnata al Comune di Spinea la somma di Euro 500.000,00 quale finanziamento destinato alla realizzazione degli interventi di bonifica sull'area denominata ex discarica di Via Luneo.
Avviati a Spinea (Venezia) i lavori di bonifica dell'ex cava di Via Luneo
Hanno preso avvio, nel Comune di Spinea, i lavori di bonifica dell’ex cava di via Luneo. L’intervento è articolato in due fasi successive, la prima delle quali prevede l’esecuzione di specifiche indagini di tipo geofisico per l’individuazione di sostanze inquinanti, mentre la seconda prevede la bonifica e la messa in sicurezza dell’area. Per questi interventi, che rientrano nel progetto di monitoraggio del territorio regionale per l’individuazione di siti inquinati, la Regione ha stanziato un finanziamento complessivo di € 544.700, di cui 44.700 euro a favore del magistrato alle Acque per le indagini geofisiche e 500 mila euro al Comune di Spinea per le bonifiche e la messa in sicurezza dell’area dell’ex cava.
“Con questo intervento - sottolinea l’Assessore regionale all’Ambiente, Giancarlo Conta, relatore del provvedimento - contiamo di fare chiarezza sulle possibili connessioni tra la discarica e il verificarsi dei casi di neoplasie segnalate ripetutamente dalla stampa. Mi auguro che tali risposte giungano al più presto, per passare poi alla fase di bonifica del sito”.
Mondo Agricolo Veneto (1 febbraio 2006 - anno VIII - n. 3).
Ed i risultati arrivano: le indagini epidemiologiche non sono riuscite a dimostrare un nesso tra le morti per tumore avvenute negli anni nell’area circostante la discarica (ma nemmeno hanno potuto escludere a priori il contrario).
… «Non è stato possibile risalire a un particolare inquinante che possa essere correlato in modo certo a una delle patologie» … si chiude così la relazione condotta dal Dipartimento di prevenzione dell’Asl 13 guidato da Flavio Valentini
la Nuova di Venezia — 29 dicembre 2006 pagina 31 sezione: PROVINCIA.
Risulta eseguito il piano di caratterizzazione del sito inquinato:
Dal Curriculm Vitae dell’ing. Mauro Gallo (n°3834 Ordine degli Ingegneri della Provincia di Venezia) pubblicato nel suo sito web risulta un Piano di Caratterizzazione del sito denominato "Discarica di via Luneo" situato nel comune di Spinea, per il quale sarebbe è stata eseguita la redazione dei disciplinari tecnici per le diverse attività di indagine ambientale, dei relativi capitolati d'appalto e dei computi metrici estimativi (importo attività € 210'000,00).
Purtroppo però a tutt’oggi ci troviamo di fronte ad un problema ancora irrisolto. L’inquinamento dell’area resta e le bonifiche vere e proprie non sono ancora iniziate, anzi, non sono nemmeno ancora finanziate:
CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
VENEZIA 05 febbraio 2010 - Il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Pietrangelo Pettenò ha presentato un'interrogazione alla Giunta per conoscere "se e quali misure siano state disposte per la bonifica delle ex cave di via Luneo tra i comuni di Mirano e Spinea (VE) e se esistano delle omissioni da parte degli enti locali preposti alla salvaguardia dell'ambiente e alla tutela della salute pubblica dei cittadini". Ogni dubbio è lecito - precisa il consigliere - visto che la Giunta regionale ha bocciato un nostro emendamento che intendeva destinare 2.000.000 di euro alla provincia di Venezia per la bonifica del sito". "In queste ex cave - spiega Pettenò - sono stati scaricati negli anni ottanta fanghi di depuratori industriali e rifiuti solidi urbani provenienti da Porto Marghera e delle analisi hanno confermato che nel terreno sono presenti diossina, benzene, zinco e arsenico in grandi quantità, tanto che la magistratura ne aveva disposto il sequestro giudiziario".
UNA DISCARICA DA RIAPRIRE AD OGNI COSTO?
L’ex discarica autorizzata cat. 2/B sita in loc. Prati di Spinea risulta chiusa da circa 10 anni, ma presenta un problema crescente di produzione di percolato. Allo stato attuale la società Ecoveneta S.p.A. che ha in gestione l’impianto è investita dell’onere di prelevare e smaltire la produzione di percolato (gestione post – mortem), frutto evidente di una non ottimale copertura del sito.
La società Ecoveneta S.p.A. per dare una soluzione definitiva al problema che comporta per altro un ingente spesa economica, in data 10 luglio 2008, ha provveduto al deposito presso l’Unità Operativa Tutela dell’Ambiente di copia del progetto e del relativo Studio di Impatto Ambientale per la realizzazione della messa in sicurezza definitiva e contestuale adeguamento del sistema di ricopertura finale con rifiuti inerti della ex discarica.
Il progetto in parola consiste nella copertura e riprofilatura della discarica esistente con rifiuti inerti quali, a titolo d’esempio, fanghi di dragaggio, terre e rocce da scavo, fanghi provenienti da attività di bonifica dei terreni, compost fuori specifica per una capacità complessiva di circa 115.000 mc ed un aumento della quota finale fino a 3,5-4 m rispetto alle quote attuali il cui colmo è di 8 m.
Il progetto presente alcuni problemi:
1°- l’area è soggetta a vincolo ambientale per la presenza del canale Menegon.
2°- Ecoveneta non dice nulla rispetto all’eventuale copertura finanziaria del contributo spettante ai comuni.
3°- sul piano urbanistico va rilevato che l’abitato, la strada e la ferrovia sono molto vicini;
Ci sono inoltre questioni tecniche; aggiungere altri 115 mila metri cubi di rifiuto inerte sulla discarica di rifiuti speciali già esistente potrebbero compromettere la stabilità del fondo e della riva del Menegon (cit. vicesindaco Busatta) a ciò si aggiunge il fatto che gli inerti posti al di sopra dei rifiuti speciali, senza alcuna opportuna divisione, determinerebbero a tutti gli effetti un’ulteriore discarica di rifiuti speciali, il che richiederebbe un nuovo iter.
Inoltre è bene ricordare che questa discarica nata nel 1991 è sorta nel comune di Spinea e solo i cittadini di quest’ultimo sono stati a suo tempo interessati dalle consultazioni. Ma la discarica è esattamente al confine con il comune di Mira ed anzi le abitazioni più vicine sono quelle del comune della Riviera che quindi risulta coinvolta a pieno titolo nelle scelte che si verranno a determinare.
ULTIMA ORA: causa le piogge di questi giorni …
...ai confini con il comune di Spinea dove è avvenuto un crollo. «L’argine del canale Menegon - spiega il consigliere provinciale Guerrino Palmarini - è franato in tre punti. L’argine è a ridosso della discarica di via Prati che si vuole autorizzare.
La Nuova Venezia - 14 maggio 2010 — pagina 29 — sezione: PROVINCIA
UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA E’ POSSIBILE?
Vedi Post: DISCARICA VIA PRATI. UN PROBLEMA, UNA SOLUZIONE
Avrebbero dovuto seguire:
PASSANTE DI MESTRE ... INQUINAMENTO A SPINEA
FORNO CREMATORIO ... CARI ESTINTI, NOI VI RESPIRIAMO
Su quest'ultimo punto è bene far presente che l'amministrazione in seguito alla segnalazione dell'ARPAV ha richiesto di confrontarsi sui dati (vedi art. NV), l'esito di questo confronto non è stato certo incoraggiante (vedi art. NV); di fatto non esistendo una normativa di riferimento non si può affermare che il forno sia di per se pericoloso, MA NEMMENO SI PUO' SOSTENERE IL CONTRARIO!
martedì 11 maggio 2010
La discarica di via Prati - un problema, una soluzione.
L’ex discarica autorizzata cat. 2/B sita in loc. Prati di Spinea risulta chiusa da circa 10 anni, ma presenta un problema crescente di produzione di percolato. Allo stato attuale la società Ecoveneta S.p.A. che ha in gestione l’impianto è investita dell’onere di prelevare e smaltire la produzione di percolato (gestione post – mortem), frutto evidente di una non ottimale copertura del sito.
3. Un discreto ritorno economico e d’immagine dall’operazione per l’ente attuatore;
«Si sta cercando di sfruttare la superficie di queste discariche, inutilizzabile per altri scopi, per l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica – spiega Dalla Vecchia – L’investimento iniziale è molto consistente, ma consentono, attraverso la vendita dell’energia alla rete nazionale e sfruttando gli incentivi governativi, di ammortizzare l’investimento in un tempo di circa 10 anni, coprendo contemporaneamente le spese di gestione post operativa della discarica, e di ricavare un utile per almeno i 10 anni successivi, oltre a garantire una riduzione nelle emissioni di CO2 e contribuire al fabbisogno energetico nazionale». Sul tavolo, ad oggi, c’è uno studio di fattibilità per la discarica di Noale dove è previsto un investimento di circa 5 milioni di euro e si sta ragionando anche su quella di Ca’ Perale nel comune di Mirano. «Altre discariche di rifiuti urbani potenzialmente interessate potrebbero essere quelle di Portogruaro e Chioggia – conclude Dalla Vecchia – insieme a quella di San Liberale a Marcon attualmente interessata da un intervento di messa in sicurezza di emergenza».
Il Businnes Plan svilluppato evidenzia (sulla base dei dati disponibili) la convenienza dell'opera:I ricavi, pur essendo abbastanza cospicui nei primi 15 anni di vita dell'impianto, sono ovviamenti viziati dalla rata di rimborso del leasing da sostenere per finaziare in toto l'opera, ma dato che la produzione energetica è incentivata per 20 anni con il contributo del GSE, negli ultimi 5 anni questi produce guadagni considerevolmente alti.
E' inoltre importate considerare il notevelo beneficio ambientale che comporta la realizzaizone del suddetto impianto in termini di risparmio di emissioni di CO2 nell'atmosfera (si ricorda che la maggior parte della produzione di energia elettrica nazionale è affidata alle centrali a turbogas, gasolio e carbone - solo una parte è coperta dagli impianti idroelettrici ed altre fonti).
Ora la questione è nella mani della politica e (speriamo) dell'intelligenza degli imprenditori.